Grande unità d’intenti ieri nel primo incontro presso il Ministero della Salute tra le sigle sindacali, associazioni di categoria e Ipasvi nel difendere l’implementazione delle competenze specialistiche per gli infermieri. Il comunicato ribadisce la volontà di andare avanti: “L’innovazione in sanità non si deve bloccare. Pronti alla mobilitazione per rilanciare professioni e servizi”
L’intenzione del ministero Lorenzin invece, era quella di convincere le professioni sanitarie ad accettare alcune modifiche al comma 566 nella prima parte laddove si parla delle competenze mediche, anche della bozza di accordo Stato Regioni già approvata, così come richiesto dai sindacati dei medici, ma l’intento non è riuscito.
La FNOMCeO attraverso un suo comunicvato stampa del 2 luglio aveva chiesto la modifica del “comma 566” almeno nell’incipit, che riserverebbe alla Professione medica soltanto “Atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia”, comma 566 considerato un “vero e proprio strappo che ha destabilizzato gravemente un clima di costruttivo confronto…”
Le professioni sanitarie con una unità d’intenti hanno motivato in maniera articolata la necessità di non cambiare il testo delle norme, e di andare avanti con la sua applicazione mentre il ministero non è stato in grado di illustrare le ragioni reali delle richieste di modifica.
Vi proponiamo il comunicato congiunto sottoscritto al termine dell’incontro.
“L’accordo sull’implementazione delle competenze deve andare avanti senza modifiche. Il governo non può bloccare l’innovazione in sanità”. Così Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fials, Fsi, Nursind, Nursing-up e Collegi e Associazioni delle professioni sanitarie dopo l’incontro con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Un incontro interlocutorio che ha sollevato la legittima irritazione di sindacati e organismi professionali: “Dopo anni di discussioni, è il momento di dare attuazione all’accordo e di far ripartire l’innovazione nel sistema di salute. Il governo deve smetterla di tergiversare. O dobbiamo pensare che sia sensibile ai richiami delle lobby degli interessi e della disorganizzazione?”.
“Si continua a parlare di presa in carico della persona assistita, di rilancio dei servizi alla salute, di miglioramento del sistema sanitario, ma quando si tratta di passare ai fatti, con strumenti efficaci e innovativi come l’accordo sull’implementazione delle competenze, il governo continua a prendere tempo. E a proporre modifiche inaccettabili”.
“Noi vogliamo liberare il potenziale inespresso delle professioni sanitarie, aprire la strada alla sperimentazione negli ospedali e nelle aziende, promuovere una riorganizzazione vera del lavoro e dei percorsi di cura. Rendere concreto, cioè, quel modello di responsabilità-autonomia che può assicurare al sistema di salute il miglioramento delle prestazioni, la sostenibilità economica e gli strumenti per essere al passo con i nuovi bisogni delle persone. Ecco perché chiediamo che si dia immediata attuazione all’accordo”.
“Incontreremo di nuovo il governo nei prossimi giorni. Ci auguriamo che l’ennesima pausa di riflessione porti consiglio. Ma in assenza di risposte concrete e convincenti, siamo pronti ad una grande mobilitazione a fianco degli operatori e dei cittadini in difesa del Ssn”.
Giuseppe Papagni
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