Arriva dall’Italia, e precisamente dal gruppo di ricerca dell’Irccs Medea di San Vito al Tagliamento e dell’Unità di neurochirurgia dell’A.o. Santa Maria della Misericordia di Udine, una nuova importante scoperta in ambito Neuropsicologico. Due ricercatori Italiani hanno messo in atto una tecnica per preservare funzioni cognitive e motorie durante rimozione di tumori cerebrali. I ricercatori hanno dimostrato che la sottoposizione di test cognitivi in tempo reale, possano offrire al chirurgo un migliore risposta di quelle che sono le condizioni cognitive del paziente durante la rimozione del tumore e tutto ciò ha dimostrato che si riducono di molto i problemi cognitivi post operatori del paziente.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Journal of Neurosurgery” ha permesso di introdurre una nuova metodica chiamata “Real-time neuropsychological testing”. A questa importante scoperta scientifica, hanno partecipato neurochirurghi, neuropsicologi e ricercatori delle due strutture friulane (Miran Skrap, Dario Marin, Tamara Ius, Franco Fabbro e Barbara Tomasino). La Real-time neuropsychological testing, è stata sottoposta a 92 pazienti che durante l’operazione erano svegli e hanno collaborato alle operazioni di ricerca. Durante la resezione del tumore il neuropsicologo somministrava a rotazione dei test cognitivi. Appena il paziente mostrava una diminuzione nella performance neurofiologica, il neurochirurgo, operava una tecnica chirurgica mirata.
Al temine di questo lavoro è stato possibile affidare delle votazioni con punteggio alle diverse attibità cognitive.
Se si pensa ai Glicomi a basso grado, che vanno a insidiare le aree cerebrali con una funzione cognitiva importante, fino ad ora si testava la funzionalità cognitiva, servendosi soltanto della stimolazione elettrica della corteccia e delle sostanza bianca, ma grazie a questa tecnica, il chirurgo potrà intervenire in maniera molto più aggressiva perché avrà a disposizione un adeguato feedback sulla funzionalità cognitiva e di conseguenza potrà essere migliorata anche la prognosi del paziente. D’altronde si è notato che questa tecnica presenta dei limiti inficianti in decrementi cognitivi nel post operatorio.
L’utilizzo di questa nuova tecnica, espone a nuovi orizzonti il campo della neurochirurgia, spingendola ad ottenere risultati impensabili fino a poco tempo fa, quando il solo approccio standard della stimolazione elettrica, rappresentava l’unico baluardo per l’ottenimento di validi risultati. La nuova metodica si è dimostrata difatto di indaginosa esecuzione, ma di ottima affidabilità tanto che i pazienti, visti sei mesi prima, hanno ottenuto un innalzamento dei punteggi cognitivi e la resezione tumorale si attesta intorno al 95%.
Cannito Giuseppe
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