Carenza di personale infermieristico al Pronto soccorso del Garibaldi di Catania. E’ quanto denunciato dal sindacato autonomo Fsi–Cni che chiede, pertanto, al direttore generale un intervento immediato affinchè vengano attuate tutte le misure necessarie per la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori, evidenziando l’impossibilità, da parte del personale presente attualmente, di garantire un’adeguata assistenza a tutti i pazienti.
Il segretario territoriale Fsi-Cni Sicilia Calogero Coniglio e il responsabile affari legali Fsi-Cni Maurizio Cirignotta, hanno inviato una nota ai vertici sanitari per denunciare la grave e critica situazione in cui versa il Pronto soccorso in questione. In particolare, denunciano un forte squilibrio fra carichi di lavoro e insufficiente personale infermieristico.
A fronte, infatti, di una dotazione organica che prevede 52 unità infermieristiche, ad oggi presso la suddetta Unità operativa turnano solo 36 infermieri, sia di ruolo che precari, così suddivisi: 2 unità al triage, 1 unità medicina I, 1 unità medicina II, 1 unità chirurgia, 1 unità in osservazione con 20 pazienti, 2 unità all’Obi dove spesso sono presenti pazienti in 18 – 20 barelle ( 8 infermieri nel turno di mattina e di pomeriggio e 7 nel turno di notte).
“Stando alle linee guida sul ‘Triage intra ospedaliero’ emanate dal Ministero della Salute, d’intesa con i presidenti delle Regioni per i pronto soccorso con affluenza superiore a 25.000 accessi l’anno – dichiara Coniglio – il triage deve essere svolto da infermieri dedicati. La riduzione del personale allunga i tempi di permanenza in pronto soccorso, soprattutto dei pazienti in attesa di trasferimento in altra struttura o in ricovero in reparto, creando il sovraffollamento che è sotto gli occhi di tutti, il personale si trova quindi a lavorare in un clima di tensione, minacciati verbalmente e fisicamente, con la paura di essere denunciati per presunti casi di ‘nursing malpractice’. In pochi, si sbaglia e scattano facilmente le denunce. Molti sono stati gli episodi di aggressioni a carico del personale in Sicilia di cui ci occupiamo da anni e monitoriamo collaborando con il Questore per trovare le soluzioni migliori per garantire la sicurezza. Abbiamo evidenziato inoltre che tre unità usufruiscono di permessi a vario titolo: una con incarico politico da 7 anni, una in aspettativa da 2 anni e mezzo e una in malattia, e pertanto non svolgono appieno il proprio lavoro, ne’ sono stati sostituiti”.
“Nel 2015 il pronto soccorso ha registrato complessivamente circa 59 mila di accessi, pertanto questo sindacato – aggiunge Cirignotta – richiama la responsabilità del direttore generale, la dotazione organica ed i servizi offerti alla cittadinanza, ricordando che la Fsi-Cni non è soltanto il sindacato dei Lavoratori ma è anche strumento di salvaguardia dei servizi da garantire ai cittadini, pertanto si riserva di agire anche per altre vie qualora se ne ravvedesse la necessità. Le responsabilità per eventuali danni subiti dagli utenti saranno interamente a carico di codesta amministrazione se sono disattesi gli obblighi di protezione e sicurezza insiti nel contratto di spedalità, ribadendo quindi che al pronto soccorso, il rapporto infermieri-pazienti è al di sotto dei Livelli Essenziali di Assistenza, e abbiamo invitato la direzione a provvedere al ripristino immediato della corretta dotazione organica. Sottolineiamo che tale carenza rende difficoltoso agli infermieri il legittimo godimento dei diritti contrattualmente definiti come il diritto alle ferie ed i riposi compensativi dopo i turni notturni, negando spesso il recupero psico-fisico prescritto. Nella volontà di prevenire episodi che possano pregiudicare il mandato professionale degli infermieri, abbiamo chiesto sollecita risoluzione della questione con l’integrazione di 16 unità di infermieri come previsto dalla dotazione organica del pronto soccorso, al fine di evitare disservizi e carenze assistenziali, provvedendo con urgenza, a ricostruire l’organico del pronto soccorso nella qualità idonea ad assicurare le unità necessarie per ogni turno di servizio, di 52 infermieri appunto”.
“Al riguardo va sottolineato – conclude Coniglio – che l’eventuale responsabilità morale e giuridica di casi di mala sanità e di non adeguate prestazioni professionali, dovute ad un tardivo intervento assistenziale, dovrà ritenersi ascrivibile direttamente alle direzione. Ci riserviamo comunque di ricorrere nelle sedi opportune a tutela della integrità psico-fisica del personale coinvolto richiamando la consolidata giurisprudenza e la contrattualistica vigente in tema di orario di lavoro. L’assessore regionale alla salute Baldo Gucciardi sbandiera da mesi ogni giorno alla stampa di poter assumere 5000 persone, poi 8000 … Sembrano numeri del superenalotto: “Basta parole si passi ai fatti”.
Segreteria Territoriale Regionale – FSI-CNI SICILIA
Maurizio Cirignotta
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