E mentre in tutta la Sicilia si attendono che dalle parole si passi ai fatti con l’adozione di concorsi pubblici per rinfoltire le dotazioni organiche del personale sanitario delle strutture sanitarie, c’è chi invece non viene per nulla toccato dalla stretta finanziaria (vedi blocco del contratto di lavoro) che interessa invece la maggior parte di medici e infermieri d’Italia.
E’ il caso dei due medici, Augusto D’Ancona e Francesco Mangiameli, in servizio nella guardia medica dell’Assemblea, delegati in prima battuta alle cure dei deputati e dei dipendenti del Palazzo simbolo della politica siciliana, guadagnano, a testa, circa 168 mila euro lordi all’anno.
E come se non bastasse ad incrementare le loro buste paga ci pensa anche un decreto del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, che spinge al rialzo le loro indennità.
La cifra totale, 168 mila euro lordi l’anno, sono la somma di un’indennità di oltre 104 mila euro e di un compenso aggiuntivo, un extra legato alla funzione, di 63.500 euro. Un compenso aumentato di 5 mila euro rispetto all’anno precedente. E radddoppiato rispetto al 2014.
Per una retribuzione di quasi ottomila euro netti al mese!!
Ovviamente nessuno dei tremila medici del Sistema sanitario nazionale in servizio a Palermo e nell’Isola può godere dello stesso appannaggio.
Le retribuzioni di alcuni primari dei maggiori ospedali cittadini sono nettamente inferiori: Piergiorgio Fabbri, responsabile della Rianimazione del Civico, guadagna 117 mila euro. Agostino Geraci, direttore del Pronto soccorso dello stesso ospedale (100 mila accessi l’anno) ne percepisce 102 mila. Persino i manager di Asp e ospedali, a capo di aziende con migliaia di dipendenti, si fermano a 130 mila euro, ben sotto la somma accordata ai medici dell’Ars.
Pur senza gettare la croce su due professionisti con ottime referenze, questi raffronti non possono che rafforzare l’etichetta di “ambulatorio della casta” che è stato affibbiato alla guardia medica dell’Assemblea regione Sicilia. Una struttura istituita nell’aprile del 1988 e che opera in virtù di una convenzione con l’Asp rinnovata in via provvisoria e in scadenza l’anno prossimo. I due medici, dipendenti dell’azienda sanitaria, sono in comando a Palazzo dei Normanni e quindi pagati dall’Ars.
Ovviamente questi numeri hanno fatto scattare le proteste di alcune sigle sindacali che hanno messo in dubbio l’utilità della struttura sanitaria “Non si capisce perché chi frequenta l’Ars non possa usufruire del 118 come tutti gli altri cittadini”, dice Renato Costa, segretario regionale Cgil medici.
Paolo Ruggirello, deputato questore dell’Ars, dice che è allo studio una soluzione più economica ma precisa che “quella struttura è utile, lavora anche nelle ore serali quando ci sono sedute d’aula o di commissione ed è a disposizione pure dei turisti della Cappella Palatina”
Ovviamente queste cifre fanno rabbrividire…il nostro pensiero va soprattutto a quei normali cittadini siciliani che non hanno corsie preferenziali…può esistere una sanità riservata a pochi eletti?
Giuseppe Papagni
Fonte: palermo.repubblica.it
Lascia un commento