Mi piacerebbe poter iniziare quest’editoriale con un aforisma di Jonathan Franzen – famoso scrittore e saggista statunitense – sull’argomento Alzheimer:
L’Alzheimer è particolarmente triste ed orribile perché il paziente perde il proprio “io” molto prima che il corpo muoia
E’ una malattia che inesorabilmente ruba tasselli di vita ma anche di rapporti e segna un’inquietudine a volte intrisa di rassegnazione e di rabbia.
Con la sua progressione inesorabile, più o meno lenta ma continua, nello spogliare l’altro, il coniuge, il genitore, l’amico: toglie tutto ciò che era, che è stato, che ha voluto, che ha costruito lasciandogli un’intimità impenetrabile.
Ora, immaginate per un momento che vi sia stato diagnosticato l’Alzheimer o un altro tipo di demenza. Siete nelle prime fasi ed avete l’opportunità di poter scegliere come sarete curati in futuro.
Le scelte, a vostra disposizione, possono essere una casa di cura istituzionale o, non crederete alle vostre orecchie, una “gated community” (comunità residenziale) dove è possibile condividere un appartamento con gli amici ed avere la libertà di fare shopping ogni volta che vorrete. Cosa scegliereste signori miei?
Lo so, lo so, strano a pensarsi ma, nel comune di Weesp, non lontano da Amsterdam, si trova – unico nel suo genere – il villaggio di Hogewey.
Una piccola cittadina, villette a schiera e palazzi, supermercati, farmacie, una serie di negozi per le varie esigenze tutto per accogliere malati di Alzheimer.
Il personale dei negozi e la gente che gira per strada è costituita da medici, infermieri, operatori sociali per consentire agli anziani, di potersi muovere in libertà supportati ed aiutati dal personale a disposizione.
Gli ospiti non sono malati da medicalizzare, ma persone con capacità residue che comunque è possibile mantenere. Possono fare la spesa, cucinare ed anche fare il bucato se vogliono. Gli abitanti del quartiere, con una forte presenza islamica, fanno anche volontariato. Qualcuno lo ha definito una specie di “Truman Show”, famosa pellicola del 98’ diretta da Peter Weir ed interpretata da Jim Carrey celebre per la sua espressione: “Buongiorno … e casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”.
In realtà, questo villaggio, potremmo paragonarlo al teatro, ad una sorta di grande rappresentazione.
Un palcoscenico dove grazie a Dio… va ancora in scena la vita…
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Scupola Giovanni Maria
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