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Svizzera, infermieri lasciano il lavoro: lavoro faticoso, orari difficili e mancanza di riconoscenza

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Lavorare come infermiere in Svizzera
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Con la crisi occupazionale infermieristica italiana era diventato un punto di riferimento per molti colleghi neo laureati e non solo, un paese dove trasferirsi senza pensarci troppo, vicino all’Italia e soprattutto dalle aspettative lavorative ed economiche molto promettenti: parliamo della Svizzera.

Eppure per gli infermieri che in quel paese ci lavorano da anni, le prospettive non sono poi così rosee, anzi la loro situazione non sembra molto lontana da quella italiana, con le stesse problematiche che oggi investono gli stessi colleghi italiani, almeno da un punto di vista lavorativo.

Lavoro faticoso, orari difficili e mancanza di riconoscenza: sono diverse le ragioni che spingono gli infermieri a lasciare l’impiego. E’ quanto emerge da uno studio dell’Osservatorio svizzero della salute (Obsan), che spiega anche che ci sarebbe bisogno di fidelizzare il personale.

Fra le ragioni menzionate per giustificare la partenza, il 38% ha indicato l’impossibilità di partecipare alle decisioni, il 36% di non poter contare sull’appoggio dei superiori. Oltre un terzo degli infermieri valuta il lavoro faticoso e stressante, e gli orari sono considerati troppo duri. Anche la mancanza di riconoscenza è spesso citata (33%), rendono noto gli autori dello studio.

Quasi tre quarti degli ex infermieri hanno sottolineato la mancanza di possibilità di fare carriera. Questa motivazione ha spinto anche il 75% degli infermieri ancora in attività a cambiare istituto.

Il settore ha carenza di personale e devono essere prese misure per fidelizzare i collaboratori, sostiene lo studio. Serve maggiore sostegno per conciliare vita privata e lavorativa. Inoltre, i salari dovrebbero essere ritoccati e l’orario di lavoro ridotto, in modo da far calare anche il rischio di burnout e proteggere la salute.

Lo studio è stato condotto fra il settembre 2014 e il febbraio 2015. Oltre 15 mila infermieri hanno risposto al questionario. La maggioranza nella Svizzera tedesca (72%), il 23% in Romandia, il 4% nella Svizzera italiana e l’1% in regioni subito oltre il confine.

Paesi diversi, con problematiche comuni…

Giuseppe Papagni

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