È accaduto a Firenze, dove un 41enne alle prese col suo tagliaerbe è rimasto folgorato. La moglie, testimone della scena, è intervenuta subito allertando i soccorsi ed effettuando il massaggio cardiaco insieme ad un’infermiera, accorsa da una casa vicina. I soccorritori del 118 hanno poi defibrillato e stabilizzato l’uomo.
È una calda giornata di sole, nella contrada San Pierino (Fucecchio, Firenze); una delle tante, in questa prima fetta di giugno. Mentre sorseggia una birra gelata quasi in bilico su una pericolante sedia macera del suo trascurato giardino, Enzo Barone, 41 anni, si accorge mestamente che il prato del suo vicino di casa è davvero troppo corto, ordinato e curato per i suoi gusti: sembra quasi un campo da golf. La cosa lo infastidisce parecchio, tanto che si mette a guardarlo per qualche minuto con un’aria di sufficienza, quasi di disgusto. È troppo evidente, infatti, il contrasto tra i due spazi verdi. “Mia moglie potrebbe notarlo e, conseguentemente, effettuare un bombardamento a tappeto sui miei silenzi per obbligarmi a rimediare”, pensa affranto e preoccupato. La cosa non va affatto bene. Anche e soprattutto perché Enzo, oggi, di tagliare l’erba non ne ha proprio voglia. Come non ce l’aveva ieri. Come non ce l’aveva l’altro ieri. “Lo farò la settimana prossima”, prova a convincersi, prima di rituffarsi nel gelido oblio di un’altra anestetizzante sorsata di birra al sole.
Ma in quel preciso istante, quasi avesse ascoltato i suoi pensieri, sua moglie gli grida dal loro terrazzo situato al primo piano: “Se io fossi Jane e tu Tarzan… avrebbe davvero senso vivere in una giungla. Ma ahimè non lo siamo. Perciò perché non stacchi le natiche da quella sedia e non accorci l’erba? Sono settimane, ormai, che rimandi… e tra un po’ per noi sarà meno rischioso saltarlo piuttosto che attraversarlo, il nostro giardino!”.
Così Enzo abbassa lo sguardo e, oltre a notare il suo addome prominente che non lo fa sembrare affatto un prestante Tarzan, si rende conto che forse sua moglie ha ragione e che è il caso di agire: l’erba è davvero troppo alta. Tanto che della pericolosa e corpulenta fauna selvatica potrebbe trovarvi rifugio. E poi lei, la sua dolce metà, con quella vestaglia d’altri tempi e coi suoi inseparabili bigodini, è ben lontana dal ricordargli Jane.
Così sbuffa rassegnato e, non appena l’ultimo sorso di freddo e sfrizzolante piacere gli abbandona la gola in favore dello stomaco, interrompe il suo oramai fallito tentativo di relax, si alza producendo un sinistro rantolo a causa dello sforzo e si dirige claudicante verso la baracca, dove sono riposti gli attrezzi da giardino.
Tira fuori il suo impolveratissimo tagliaerbe elettrico, mentre si accorge che sua moglie, intenta a stendere i panni piuttosto nervosamente, lo fissa dall’alto con fare minaccioso ed inequivocabilmente inquisitorio. Enzo non ha scampo. Così, giusto il tempo di una controllatina veloce per assicurarsi che l’apparecchio sia integro e fa per attaccare la spina alla presa elettrica. Ma lì, in quell’attimo, accade qualcosa di inaspettato: improvvisamente il 41enne assume una postura innaturale, spastica e dopo pochi secondi cade a terra privo di sensi. La sua signora, allarmata di fronte a quella scena terribile, corre subito giù in giardino chiamando a gran voce il marito. Ma Enzo non le risponde. Così chiede aiuto a squarcia gola in ogni direzione, mentre allerta disperata i soccorsi col suo telefono cellulare.
Senza perdersi d’animo e non facendosi paralizzare dal panico, la donna esegue le direttive dell’operatore della sala operativa del 118 di Pistoia-Empoli: compressioni ritmiche, forti e veloci al centro del torace. Senza fermarsi. Di lì a poco, accorre anche un’altra donna, ospite nella casa del vicino (quello col campo da golf), che si presenta come infermiera e si mette subito all’opera per aiutare la moglie di Enzo nelle manovre di rianimazione.
Sono minuti interminabili, stressanti e angosciosi, ma per fortuna un’ambulanza della Pubblica Assistenza di Fucecchio e l’automedica di stanza a San Miniato Basso giungono presto sul posto. I soccorritori continuano le pratiche di rianimazione cardiopolmonare fino a defibrillare e a stabilizzare l’uomo, trasportato poi in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Empoli. Grave, ma vivo.
Enzo è salvo e lo deve alla prontezza della sua “minacciosa” consorte, che non si è fatta travolgere dal panico in una situazione di vera emergenza ed ha eseguito alla lettera le manovre spiegate telefonicamente dall’operatore del 118. Supportata anche da un’infermiera, giunta in suo aiuto.
Un atro caso, questo, che evidenzia come le compressioni toraciche, effettuate il più precocemente possibile nei casi di arresto cardiaco, siano di fondamentale importanza per “guadagnare tempo”, ossigenando gli organi vitali e permettendo così ai soccorritori di trovare, al loro arrivo, un ritmo cardiaco defibrillabile.
Enzo è ancora ricoverato, ma le sue condizioni sono ora stabili. E spero che mi perdonerà, se ho cercato di ricostruire la sua vicenda immaginandola e raccontandola con un po’ di… colore.
Fonte: Il Tirreno
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