Ancora una volta botte, umiliazioni e vessazioni ai danni di anziani e disabili. Stavolta è accaduto in una casa famiglia, a Crotone, dove ai degenti venivano anche date insufficienti razioni di cibo scadente. L’incubo è finito grazie ad un’operazione della Guardia di Finanza, che ha posto la struttura sotto sequestro ed ha arrestato 3 persone, tra operatori sanitari e dirigenti.
Casa famiglia ‘San Francesco e Santa Maria’. È questo, stavolta, il nome del lager in cui disabili e anziani venivano picchiati, spintonati, umiliati, vessati e lasciati per ore al freddo da alcuni operatori. E ciò senza alcun motivo. Non è la prima volta, quest’anno, che personalmente mi trovo a raccontare di luoghi di cura dove il rispetto per la malattia e per la dignità dell’uomo non esisteva e dove i diritti di pazienti fragili venivano sistematicamente calpestati. Non è la prima volta e dovrei essere abituato a visionare certi video, proposti nei telegiornali e sui giornali telematici. Ma nell’osservare le nuove, crude immagini documentate dalle forze dell’ordine in Calabria, provo molta rabbia ed orrore. Dopo Villa Matilde nel parmense (VEDI articolo) e il caso della clinica convenzionata di Milano (VEDI), stavolta le manette sono scattate a Crotone e tre dipendenti e dirigenti dell’associazione ‘Opus Onlus’, che gestiva la struttura, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare. Secondo il pm e il gip della Procura di Crotone, sono tutti responsabili di una serie di reati, che vanno dai maltrattamenti fino ad arrivare addirittura al sequestro di persona.
I filmati, ottenuti grazie a mesi di ‘monitoraggio’ della casa famiglia per mezzo di telecamere nascoste, hanno permesso agli uomini della Guardia di Finanza di accertare le violenze, ma non solo: le immagini documentano anche come gli anziani non ricevessero un’assistenza medico/infermieristica adeguata ed addirittura delle razioni di cibo a dir poco insufficienti e di bassa qualità. Già, perché su ordine del direttore della struttura, bisognava risparmiare il più possibile sul cibo.
Nei tristi fotogrammi si vedono percosse continue da parte degli operatori, umiliazioni gratuite e vessazioni di natura psicologica, tutte azioni che gli investigatori e gli inquirenti hanno reputato altamente lesive della dignità, del decoro, della libertà, dell’integrità fisica e morale dei poveri degenti.
https://www.youtube.com/watch?v=nTwqrG4-WCI
La casa famiglia ‘San Francesco e Santa Maria’ è stata subitamente posta sotto sequestro ed affidata ad un funzionario della Asl di Crotone, che avrà l’arduo compito di ricreare, in breve tempo, quelle condizioni minime di vivibilità necessarie per poter accogliere ed assistere persone diversamente abili ed anziani. Sperando che nella nuova equipe assistenziale, ci siano finalmente operatori che conoscano il significato dei termini ‘empatia’ e ‘pietà’. Già, perché “Un operatore assistenziale senza empatia e senza pietà, è come un giovane senza entusiasmo e senza idee. È come un vecchio senza esperienza e senza saggezza. Non importa che tipo di operatore sia… Non è necessario sapere se è un Operatore Socio Sanitario, un Assistente Educativo Culturale o un professionista come un Infermiere. Se non si provano empatia e pietà… non si può pensare di svolgere un ruolo assistenziale”.
Fonte: Repubblica
Articoli correlati:
Milano, clinica-lager: botte e umiliazioni ai pazienti
Anziani: ancora violenze in una struttura protetta
Lascia un commento