Ad oltre un anno dallo sbocco della contrattazione decretato dalla Corte Costituzionale sul piano del rinnovo del CCNL tutto tace, e le poche voci che filtrano parlano di un governo incapace di reperire i fondi necessari con proposte di aumenti ridicole ed offensive per l’intera categoria del pubblico impiego e di conseguenza anche per noi infermieri.
Per tentare di ovviare a questa situazione stanno circolando voci che vorrebbero nelle competenze avanzate e nell’infermiere specialista e/o esperto a seconda dei titoli di studio uno zuccherino per far meno amara la medicina, ma se questo non si traduce in un avanzamento delle retribuzioni ed in una reale valorizzazione del ruolo degli infermieri all’interno del SSN, gli infermieri specialisti resteranno una chimera.
Di fronte ai ridicoli aumenti contrattuali (8/9 euro) proposti dal governo, dopo ben sette anni di vacanza contrattuale ed altri 3/4 che già mancavano per mancati rinnovi precedenti al blocco che tutti fanno finta di dimenticare, nemmeno la proposta dei confederali di 150 euro netti, sono un’elemosina inaccettabile.
Se a questo aggiungiamo i continui, faziosi ed ingiustificati attacchi che la nostra professione subisce ciclicamente da organi di stampa, per cui qualsiasi episodio di malasanità commesso da operatori sanitari non medici è commesso da infermieri, anche quando infermieri non sono.
ABBIAMO UN QUADRO INQUIETANTE DELLA NOSTRA PROFESSIONE.
Così stando le cose la nostra più che una professione sembra un pugile suonato che non riesce più a controbattere l’avversario e prende pericolosamente colpi su colpi fino all’inevitabile ko.
Ma anche un incontro di pugilato così squilibrato può essere interrotto prima che i danni al pugile siano devastanti, e quindi con questa metafora, che anche un vecchio infermiere come me, che ha lottato tutta una vita per vedere affermata la professione più bella del mondo, trova ancora un barlume di speranza per andare avanti per continuare e per cercare di proporre qualcosa alla nostra comunità professionale.
Credo fermamente che sia arrivato il momento di dire ADESSO BASTA di far risalire dalle nostre stanche membra un moto di ribellione e rivalsa l’affermazione di una dignità sopita, ma mai spenta.
Dobbiamo superare l’oblio, le nostre divisioni interne, le contrapposizioni sterili e inutili…dobbiamo porre pochi ma seri e qualificanti obiettivi da perseguire tutti insieme, capaci di essere collante per tutti: occupati, disoccupati, sotto occupati, studenti, da sostenere e se necessario imporre a tutti i livelli a cominciare dal rinnovo del CCNL.
Ben vengano le competenze avanzate, l’infermiere specialista e l’infermiere esperto ma a tre insindacabili condizioni:
- sganciare la contrattazione degli infermieri e delle professioni sanitarie dalla contrattazione del comparto in modo da avere un contratto autonomo come la classe medica
- maggiori responsabilità devono essere necessariamente accompagnate ad un sostanzioso aumento di stipendio tale da renderlo almeno di poco inferiore a quello dei medici
- reale applicazione delle normative a cominciare dalla dirigenza che deve essere azzerata e ricomposta con criteri di trasparenza e di competenza reali e non fittizi, implementazione delle nuove competenze avanzate e dell’infermiere specialista e/o esperto che devono essere messi in condizioni di operare realmente sganciando definitivamente gli infermieri dai compiti domestico/alberghieri che devono essere appannaggio esclusivo delle figure di supporto stop quindi reale e deciso al demansionamento.
Ma non ci fermiamo solamente a questo che pur importante è solamente un aspetto, forse il più immediato, dell’intera questione.
Un punto intero lo dedicherei agli organi di rappresentanza professionale Ipasvi, che deve ritornare ad interessare e coinvolgere i colleghi infermieri che invece la vedono ancora troppo distante dalle vere problematiche.
Premetto di non avercela contro nessuno degli attuali rappresentanti, condanno fermamente chi, da presidente di un collegio, mette in bella mostra il dito medio (VEDI) per sbeffeggiare chi esprime posizioni diverse…senza subire peraltro nessuna condanna da parte di chi allora (2014) presiedeva la presidenza della FNC!!
Mi auguro che la professione tutta sappia discernere per il futuro se rinnovare o no la fiducia a simili personaggi.
INSOMMA L’IPASVI VA RIFORMATO E RIPENSATO!
Il problema occupazionale al centro del nostro dibattito, con un fabbisogno infermieristico di ben 47000 unità (Fonte Ipasvi) che consentirebbero di coprire i normali turni di servizio e rispettare la normativa europea in materia di orario di lavoro (VEDI).
Considerando che l’età media degli occupati si avvicina pericolosamente ai 50 anni e per contro abbiamo migliaia di giovani disoccupati o sotto occupati sfruttati da cooperative e società del tutto discutibili… un mercato del lavoro bloccato ed immobile che spinge i nostri giovani verso l’estero dove sono richiesti ed apprezzati.
Allora dobbiamo pretendere un piano di assunzioni programmate per i prossimi anni che sani queste situazioni e che colmi questo intollerabile gap.
Implementare i servizi territoriali, spostare il focus da ‘curare’ al ‘prendersi cura’ delle persone, questo potrebbe ulteriormente aumentare il numero dei posti di lavoro disponibili (secondo una stima IPASVI) di almeno altre 15000 unità.
QUESTO E’ UN PUNTO CALDO E QUALIFICANTE E’ GIUNTA L’ORA DI ASSUMERE INFERMIERI E DI DARE UNA SPERANZA DI VITA A MIGLIAIA DI GIOVANI COLLEGHI CHE AD OGGI NON HANNO ALTRA PROSPETTIVA SE NON QUELLA DI FARE LE VALIGE ED EMIGRARE.
Ed infine ma non per ultimo un discorso concreto bisogna farlo sulla formazione e sulla qualità dei corsi universitari che debbono formare le nuove generazioni di infermieri,
Trovo alquanto strano e diciamo così originale che aver elevato la formazione al livello universitario non abbia prodotto una facoltà di nursing e delle professioni sanitarie, ma si sia limitata semplicemente nell’inserire tutto nelle facoltà di medicina.
Corsi in cui lo spazio di insegnamento per gli infermieri è estremamente ridotto ed affidato quasi sempre a personaggi funzionali a quanto sopra detto con il risultato di sfornare giovani infermieri già vecchi e legati a concetti arcaici e desueti.
CCNL, DIRIGENZA, ORGANI DI RAPPRESENTANZA (IPASVI) E FORMAZIONE: sono tutte facce di una stessa medaglia e sono in sostanza i quattro punti qualificanti che dovrebbero ispirare la professione nei prossimi anni, sono i punti per i quali passa l’emancipazione della professione, sono i punti da perseguire per un reale e concreto riconoscimento sociale ed economico che tanto anela la nostra amata professione.
In un quadro così cupo come quello delineato in cui nessuna di queste istanze sembrano avere un minimo di attenzione ed in cui gli infermieri sembrano anche per loro colpe intrinseche la cenerentola della sanità e più in generale della società, il riscatto non può che passare attraverso uno scatto di orgoglio di tutta la professione, non possiamo restare alla finestra aspettando che qualcosa cambi perchè nulla potrà cambiare se non siamo noi a volerlo.
QUINDI INFERMIERI D’ITALIA UNIAMOCI SUPERIAMO LE NOSTRE DIVISIONI, AGGREGHIAMOCI INTORNO A POCHI MA QUALIFICANTI PUNTI ED INIZIAMO AD AGIRE, A PENSARE ALL’UNISONO E A PRODURRE COMPORTAMENTI CONSEGUENZIALI.
PER TUTTI NOI E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE: ADESSO BASTA!!
RIALZARE LA TESTA E TORNARE PROTAGONISTI DEL NOSTRO FUTURO COME IN PASSATO ABBIAMO DIMOSTRATO DI SAPER FARE…
Angelo de Angelis
Foto: www.cobascuolatorino.it
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