INFERMIERI, “LA REGIONE TOSCANA APPALTA UN ALTRO PEZZO DI SANITA’ AI PRIVATI”
Giannoni (Nursind): “Nove milioni di euro per l’assistenza domiciliare affidati a soggetti esterni, mentre Piemonte, Lombardia e Lazio investono in progetti pubblici di ampio respiro”.
“Altro che razionalizzazione delle risorse, la Regione Toscana continua a esternalizzare servizi, affidando un altro pezzo di sanità pubblica ai privati, anziché investire in un progetto di presa in carico del paziente di ampio respiro, come succede in altre parti d’Italia”. Così Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale del sindacato autonomo degli infermieri Nursind, commenta la delibera regionale 905/2016, che fa riferimento all’assistenza domiciliare.
“Con questo atto – dichiara Giannoni – la Regione Toscana stanzia 9 milioni di euro per il potenziamento della continuità assistenziale e il finanziamento di buoni servizio per l’assistenza domiciliare. I destinatari? Soggetti esterni al sistema sanitario nazionale”.
“Da anni – continua il coordinatore Nursind – incoraggiamo un progetto articolato di assistenza domiciliare, che passi attraverso il potenziamento del ruolo dell’infermiere sul territorio, con la valorizzazione di figure come l’infermiere di famiglia o di comunità o la realizzazione di reparti ospedalieri a gestione infermieristica per le cure intermedie. Nel medio-lungo periodo tutto ciò si tradurrebbe in un risparmio per la sanità pubblica, in quanto consentirebbe di gestire prontamente le complicazioni post-ricovero o le ricadute, nonché le patologie croniche, costantemente in aumento”.
“Ci sono esempi virtuosi in tutta Italia – sottolinea Giannoni – dalla Lombardia al Piemonte, dove a inizio 2016 è stato attivato un progetto sperimentale per l’infermiere di comunità, fino al Lazio, dove i reparti ospedalieri a gestione infermieristica stanno dando degli ottimi risultati”.
“Non capiamo come mai in Toscana questo modello non riesca ad affermarsi – attacca il coordinatore Nursind – tanto più che il sistema sanitario regionale risente di un endemico surplus di medici e di una carenza di infermieri. Eppure i dati epidemiologici sull’invecchiamento della popolazione, dovrebbero indurre a ripensare questa impostazione”.
“Invitiamo anche i collegi IPASVI a prendere una posizione netta su questo argomento e a promuoverla nelle sedi istituzionali – conclude Giannoni – se non si investe in un progetto pubblico di assistenza domiciliare sul territorio, il sistema è destinato a implodere”.
Ufficio Stampa Nursind
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