Il segretario provinciale di Bologna Alfredo Sepe invia all’ispettorato del lavoro una segnalazione con richiesta di intervento su alcune criticità riscontrate presso l’U.O. Medicina A – SSD – Medicina B – H – Santa Maria della Scaletta (USL Imola)
Doppi turni, rientri sul giorno di riposo, accumulo di lavoro straordinario, difficoltà di fruire di ferie, permessi e aspettative. E’ una situazione al limite del sostenibile quella denunciata dal segretario provinciale Fials di Bologna, Alfredo Sepe, in una lettera dettagliata inviata all’Ispettorato del lavoro del capoluogo felsineo. Quella del sindacato è, al tempo stesso, una segnalazione ma anche una richiesta di intervento per la situazione che si sarebbe creata nella Usl di Imola. A dover fare i conti con doppi turni, accumulo di lavoro straordinario e difficoltà nel fruire anche delle ferie, sono dipendenti dell’U.O. Medicina A – SSD -. Medicina B – dell’ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola. Situazione che, denuncia Sepe, rischia di mettere a repentaglio i livelli assistenziali, oltre alle condizioni psico fisiche del personale infermieristico. “Vista la tipologia dei pazienti – scrive il segretario provinciale nella sua segnalazione – il personale deve assicurare un monitoraggio clinico assistenziale-strumentale continuo in quanto necessitano di cure intensive altamente specializzate e personalizzate“. Ma per le difficili condizioni lavorative “riteniamo che gli operatori delle unità operative suindicate – scrive Sepe – non possano continuare a prestare la propria attività lavorativa in condizioni che minano la loro sicurezza psico/fisica e quella dei pazienti“.
Il perché si venga a creare questa situazione di precarie condizioni lavorative, lo spiega ancora Sepe: “L’organizzazione complessiva del lavoro non prevede la presenza dell’operatore socio sanitario nel turno notturno, lasciando posti letto a diversi livelli di intensità clinico assistenziale, con soli quattro infermieri per dodici ore di lavoro continuativo“.
Così accade che gli operatori non hanno quasi mai un turno regolare, anzi è diventata consuetudine il lavoro straordinario, denuncia ancora la Fials provinciale. “L’azienda Usl di Imola – aggiunge Sepe – utilizza in modo improprio l’istituto giuridico della pronta disponibilità, attivata dai responsabili per sopperire alla carenza organica e obbligando telefonicamente gli operatori al rientro al servizio senza che gli stessi percepiscano il relativo indennizzo economico“.
Situazione insostenibile nel suo complesso, che la Fials ha segnalato, con una lettera formale, all’Azienda Usl senza, però, riceverne risposta. Un silenzio al quale il sindaco replica inviando la segnalazione e la richiesta d’intervento all’Ispettorato del lavoro di Bologna.
Giuseppe Papagni
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