Carrie Stephenson, un’infermiera che lavora alla West Bernis Middle School, a Jackson nella contea di Madison, nel Tennessee, è balzata agli onori della cronaca per aver salvato la vita al quattordicenne Isaia Griffin, mentre quest’ultimo si trovava a scuola.
Quando era stata chiamata a prestare le prime cure ad Isaia, la Stephenson non aveva idea che potesse trattarsi di un ictus, aveva tuttavia ben compreso che la situazione era critica, tanto da spingerla a chiedere che il giovane studente fosse immediatamente portato in Ospedale.
I sintomi del resto (vomito, perdita di coscienza) le avevano fatto capire che la situazione era grave e soprattutto che non sarebbe tardato un peggioramento, arrivando a pensare che sarebbe morto da lì a poco.
Isaia giunto all’Ospedale pediatrico “Le Bonheur” di Memphis è stato immediatamente operato ed è oramai fuori pericolo e sta facendo grandi progressi.
La madre del piccolo studente è grata per aver dato retta all’infermiera e per non aver riportato a casa il figlio dopo i primi sintomi, in quei giorni a scuola vi erano stati dei casi di gastroenterite virale ed aveva pensato che si trattasse di un semplice disturbo.
La Stephenson è un’infermiera scolastica da tre anni e non aveva mai dovuto fronteggiare nulla di così grave, tuttavia questa storia a lieto fine ci dice di come non tutti a scuola dispongano della giusta conoscenza e formazione.
Isaia e la sua famiglia hanno potuto festeggiare degnamente il Natale e lo devono a questa giovane infermiera, che ha mantenuto i nervi saldi fintanto che non sono sopraggiunti ulteriori soccorsi e l’ambulanza.
Questa storia a detta della Preside della scuola Annette Wilson, vuole essere di auspicio perché le infermiere siano presenti in tutte le scuole a dispetto dei problemi di budget, si perché anche negli Stati Uniti l’aspetto economico oramai obbliga a fare scelte spesso dolorose.
In Italia, purtroppo la situazione è molto diversa e se negli anni scorsi vi era stata una proposta da parte della radicale Emma Bonino, di rendere obbligatoria la presenza nelle scuole degli infermieri, caduta ben presto nel dimenticatoio, allo stato attuale le migliaia di bambini affetti da diabete, asma e malattie croniche rimangono in quel limbo istituzionale, nel quale insegnanti e personale ATA si assumono una responsabilità che non è loro richiesta e che va al di là delle rispettive competenze.
Eppure come proposto dalla Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche (Sisp) in passato, esiste già un professionista formato che potrebbe essere di aiuto a colmare questo vuoto, che è “L’infermiere pediatrico, che potrebbe, con la sua esperienza e professionalità, diventare punto di riferimento e di garanzia anche nei casi di emergenza, quando ad esempio bisogna somministrare un farmaco salvavita a uno studente. E più in generale quando occorre tutelarne il diritto allo studio, la salute e il benessere all’interno della struttura scolastica, come recitano le Raccomandazioni contenenti le Linee guida ministeriali”.
La salute è un bene che va tutelato anche sui banchi di scuola e gli infermieri sono i professionisti migliori per farsi carico di questo impegno.
Rosaria Palermo
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