GENOVA – “Il tempo necessario per indossare la divisa da infermiere o da operatore socio sanitario va riconosciuto come parte dell’orario di lavoro e retribuito”.
Questo è quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Genova in seguito ad una causa pilota promossa da un operatore sociosanitario dell’ospedale Gaslini.
“La sentenza della Corte d’appello di Genova ribadisce quanto ottenuto in primo grado: il tempo della vestizione per entrare in servizio è compreso nell’orario di lavoro di un addetto del comparto sanità” ha dichiarato Luca Nanfria, l’operatore socio sanitario genovese che ha iniziato la vertenza nel 2014.
“Come sta succedendo in altre regioni auspico che anche in Liguria le aziende sanitarie facciano accordi con i lavoratori ascoltandoli invece di trovarsi davanti a cause, spese legali, spreco di risorse e energie.
Al Gaslini non ci sono problemi particolari rispetto a altre realtà: la battaglia dell’Usb affinchè il tempo vestizione venga riconosciuto in tutte le aziende sanitarie liguri”.
Anche il Tribunale di Ascoli Piceno ha stabilito che, l’ASUR Marche, dovesse retribuite i minuti necessari per effettuare le operazioni per indossare e rimuovere la divisa.
Il giudice ha riconosciuto un tempo di 10 minuti per la vestizione in entrata e altri 10 minuti per la vestizione in uscita.
Con la sentenza n. 583 del 18.12.2015, ha accolto le richieste avanzate dal personale infermieristico ed ostetrico chiarendo in maniera puntuale le ragioni per le quali il tempo di vestizione e svestizione andasse retribuito.
In parole povere, se il lavoratore ha la possibilità di scegliere liberamente dove cambiarsi, (ad esempio a casa) questa attività rientrerebbe negli atti di diligenza preparatoria allo svolgimento dell’attività lavorativa; e, in considerazione di ciò, questa attività non andrebbe retribuita.
Diversamente qualora sia il datore di lavoro ad indicare il tempo e il luogo dell’esecuzione allora il lasso di tempo che occorre per svolgere questa attività deve essere retribuito.
Simone Gussoni
Fonti: ANSA, Studio Cataldi
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