Prosegue il botta e risposta tra gli esponenti politici in merito all’episodio riguardante il coordinatore infermieristico dell’ospedale Cardarelli che avrebbe postato su Facebook una foto in divisa che lo ritrae intento a preparare un’impepata di cozze in un locale del nosocomio campano.
La pietra dello scandalo sarebbe stata lanciata dal consigliere regionale Emilio Borelli (Verdi), ultimamente sempre a caccia di scandali negli ospedali campani (VEDI).
“L’ospedale Cardarelli — coinvolto nell’ennesima polemica — spiega che l’ambiente adibito alla preparazione delle cozze si trovasse non in reparto ma in un luogo che si trova vicino alla palazzina dei servizi.”
Non esisterebbe dunque alcun locale cucina in corsia ma un posto appartato dove gli operatori possano trascorrono momenti di pausa dal lavoro.
E sulla vicenda interviene — polemizzando con Borrelli, pur senza mai nominarlo — l’eurodeputato di Forza Italia, Fulvio Martusciello.
«La spiegazione data dalla direzione sanitaria del Cardarelli sulla foto dell’infermiere che cucina chiude l’ennesima inutile polemica aperta da chi cerca solo la ribalta. Il luogo dove è stata ritratta la foto infatti ha precisato la direzione è una palazzina di servizi e non un reparto sgonfiando gli allarmi lanciati sulla mancanza di sicurezza per la salute dei pazienti. A causa però di questo allarmismo inutile ci sarà un padre di famiglia che rischia una sanzione e un ospedale umiliato nella sua professionalità». Lo dichiara Fulvio Martusciello, europarlamentare di Forza Italia.
Immediata la replica di Borrelli: «Sulla scandalosa vicenda dell’infermiere che cucina nei locali del Cardarelli l’eurodeputato Fulvio Martusciello interviene ancora una volta per difendere abusi e privilegi dimostrando al tempo stesso di non saper distinguere nemmeno il Cardarelli dal Loreto Mare. Evidentemente il lungo soggiorno a Bruxelles lautamente pagato dai contribuenti gli ha fatto perdere il contatto con il territorio e con la realtà. Entrando nel dettaglio, cosa che Martusciello dimostra di ignorare totalmente, dalle prime verifiche risulta che i locali in questione sono allocati nel Padiglione L, quello che ospita il Pronto Soccorso, la chirurgia d’urgenza, la rianimazione, la terapia intensiva, neurologia, neurochirurgia, unità terapia intensiva coronarica, dialisi d’urgenza con 160 posti letto sempre occupati; in pratica il padiglione più delicato dell’intero Cardarelli.
L’infermiere in questione cucinava nei locali spogliatoio al piano terra attigui alla terapia intensiva grandi ustionati. Altro che padiglione di servizio».
«Noi saremo sempre a difesa della stragrande maggioranza degli infermieri che svolgono la propria attività in modo professionale e con passione e siamo anche dalla parte degli ammalati che meritano una qualità del servizio sanitario sempre migliore. Lasciamo ad altri il titolo di paladini delle smentite e dei comportamenti scorretti –prosegue il consigliere regionale dei Verdi – e per tornare alla vicenda mi rimetto all’esito dell’indagine interna sicuro che, conoscendo l’equilibrio della direzione strategica, le decisioni saranno prese nel pieno rispetto delle regole di comportamento che devono rispettare i dipendenti pubblici che, ricordo, sono al servizio dei pazienti e se vogliono una zuppa di cozze possono tranquillamente cucinarla a casa o consumarla in uno dei tanti ristoranti cittadini». «Non chiedo il licenziamento del caposala ma questa vicenda – conclude Borrelli – deve essere di monito contro tutte le cattive abitudini che ancora si registrano all’interno delle strutture ospedaliere».
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