Ogni volta che gli infermieri si ritrovano ad essere protagonisti di fatti di cronaca la loro figura professionale viene puntualmente e totalmente distorta dai media. È accaduto di nuovo
È di ieri la notizia di un infortunio sul lavoro, verificatosi all’ospedale di Udine nel pomeriggio di mercoledì 13 settembre. Il protagonista della vicenda, un giovane infermiere, toccando una delle porte è stato attraversato da una scarica elettrica piuttosto forte.
Fortunatamente, le calzature antinfortunistiche indossate dal dipendente del nosocomio hanno limitato le conseguenze della scarica, tanto che egli non ha mai perso conoscenza ed è stato immediatamente trasportato in Pronto Soccorso per gli accertamenti del caso. Ha passato perciò due giorni in Medicina d’urgenza ed è stato poi dimesso.
Una storia a lieto fine, quindi. Riportata, per dovere di cronaca, da diversi quotidiani locali. Come ne sarà uscita, stavolta, la professione infermieristica? Come sempre, a pezzi. Sì, perché nonostante in un caso come questo ci fosse ben poco da ‘divagare’, alcuni media non hanno comunque perso l’occasione per sfoggiare tutta la loro ignoranza in materia.
Per Il Gazzettino e Il Messaggero, ad esempio, l’infermiere si sarebbe infortunato “mentre stava pulendo, sistemando, una sala operatoria”. Per Udine Today, altresì, a rimanere folgorato sarebbe stato “un paramedico impegnato a risistemare una stanza del reparto chirurgico”.
Gli infermieri, perciò, professionisti laureati e da ben 23 anni “responsabili dell’assistenza generale infermieristica”, per questi giornali sarebbero degli inservienti o poco più, che “puliscono” e “sistemano” dopo che altri (chirurghi e anestesisti) hanno sapientemente applicato le proprie conoscenze.
Ma un’altra domanda, dopo la solita gastrite acuta di rito, sorge spontanea: quanto ci sarà di reale? Mi spiego meglio: al di là della disinformazione giornalistica ricorrente sulla nostra figura, oramai cronica e per certi versi incorreggibile, sarà mica vero che in alcuni ospedali gli infermieri vengano utilizzati come sguatteri per tirare a lucido i blocchi operatori?
Sembra proprio che a Volterra, ad esempio, fra un intervento chirurgico e l’altro, gli infermieri debbano anche pulire locali ed arredi (VEDI).
Secondo la collega Veronica (iscritta presso il Collegio Ipasvi di Padova), poi, che ha commentato l’articolo de Il Gazzettino sulla sua pagina Facebook, non c’è affatto da stupirsi o da indignarsi; perché tutto ciò, nei nostri ospedali, rappresenta la pura e semplice normalità.
E ci sono tante altre testimonianze (VEDI), purtroppo, che ci raccontano quotidianamente di come gli infermieri siano costretti a svolgere compiti altamente demansionanti.
Timidi vagiti che, comunque, rappresentano solo la punta di un gigantesco iceberg. Perché per uno che segnala, che denuncia, che ne parla apertamente sui forum e sui social e che prova a tutelare il decoro della propria professione… quanti sono, invece, quelli che stanno zitti, che preferiscono non rischiare il posto (spesso precario) di lavoro e che non si pongono neanche il problema?
Infermieri… che si tratti di articoli ridicoli che ledono la nostra immagine o di pratiche demansionanti che ci umiliano, è ora di alzare la testa tutti insieme e di DENUNCIARE!
“L’infermiere tutela il decoro personale ed il proprio nome. Salvaguarda il prestigio della professione ed esercita con onestà l’attività professionale.” (Art. 44 Codice Deontologico dell’Infermiere)
“L’infermiere segnala al proprio Collegio professionale le situazioni in cui sussistono circostanze o persistono condizioni che limitano la qualità delle cure e dell’assistenza o il decoro dell’esercizio professionale.” (Art. 51 Codice Deontologico dell’Infermiere)
Fonti: Gazzettino, Udine Today
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