Un uomo di 60 anni è deceduto presso l’ospedale San Camillo di Roma due giorni dopo aver subito un intervento di trapianto di cuore
Secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche nazionali il cuore trapiantato sarebbe appartenuto ad un uomo morto di infarto. L’episodio infausto sarebbe avvenuto nel mese di agosto 2016.
Francesco Musumeci, direttore dell’unità operativa di cardiochirurgia del San Camillo ha specificato che il donatore fosse “un uomo di 46 anni, deceduto in piscina, e che aveva riportato danno cerebrale”. Il paziente sarebbe deceduto al San Raffaele di Milano.
Nello stesso ospedale sarebbe quindi stata effettuata la coronografia ed un esame ecocardiografico, che avrebbero messo in evidenza l’idoneità dell’organo muscolare per il trapianto.
”Gli esami hanno cioè dimostrato che il cuore era in condizioni perfette”. L’uomo ha riportato, prosegue Musumeci, “un danno cerebrale irreversibile e si è proceduto all’espianto“.
Il donatore non aveva mai sofferto di alcuna cardiopatia ne assunto terapia farmacologica cronica. Il cuore espiantato, ha ribadito “era perfettamente funzionante e tutte le procedure e linee guida standard sono state rigidamente seguite. Tutto è stato fatto con estrema responsabilità e precisione sia dall’ospedale S.Raffaele sia dal S.Camillo e le notizie riportate non rispondono a verità“.
Il ministro Lorenzin ha definito la vicenda ”gravissima e inaccettabile” anche perché riguarda “un sistema come quello italiano sui trapianti, che ha una procedura tra le migliori al mondo” ha detto il ministro Beatrice Lorenzin aggiungendo che saranno ”attivate le procedure di verifica”.
Secondo i medici “il cuore trapiantato dalla coronarografia era risultato normale, cioè nelle condizioni di essere trapiantato“, spiega il direttore del Centro Nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa.
I controlli effettuati hanno confermato la normale funzione cardiaca ed il trapianto è avvenuto nel rispetto dei tempi stabiliti. Il cuore ”era in condizioni perfette, sano e con tutti i parametri per poter essere essere impiantate”, ha spiegato il direttore dell’unita’ di cardiochirurgia del San Camillo, Francesco Musumeci dichiarando che ciò che è stato riferito dai quotidiani sia ”totalmente falso”.
Secondo la consulenza del medico legale incaricato dalla procura di Roma il cuore trapiantato non sarebbe stato idoneo. L’accertamento tecnico è stato inserito nel fascicolo inviato dai Pm di piazzale Clodio, per competenza territoriale, ai colleghi di Milano. La procura ha aperto un fascicolo per “omicidio colposo” giunto a Milano “perché l’errore medico si sarebbe consumato al S. Raffaele“.
Simone Gussoni
Fonte: Ansa
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