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L’allarme della Fondazione Gimbe: “Nella legge di bilancio nessuna misura per la sanità”

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L'allarme della Fondazione Gimbe: "Nella legge di bilancio nessuna misura per la sanità"
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Il presidente Nino Cartabellotta lo ribadisce durante l’audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato. E rilancia la proposta per l’eliminazione del superticket. Preoccupazione per il rinnovo dei contratti in sanità

ROMA – Nessuna misura per la sanità, ad eccezione dei 21 milioni e mezzo di euro assegnati dall’articolo 18 del Disegno di legge di bilancio per il 2018. Un definanziamento pubblico inaccettabile, denuncia il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, nel corso dell’audizione in Commissione Igiene e sanità del Senato.

Nel corso del suo intervento Cartabellotta ha ribadito la necessità che si faccia chiarezza “sugli impegni di Stato e Regioni sulle risorse destinate ai rinnovi di contratti e convenzioni del personale sanitario” ha rilanciato “l’eliminazione del superticket attraverso la rimodulazione delle detrazioni IRPEF per le spese mediche” e invitato a “lasciare una traccia” per il prossimo esecutivo sull’inderogabile necessità di un riordino normativo della sanità integrativa.

I dati riportati da Cartabellotta hanno documentato che nel periodo 2015-2018 l’attuazione degli obiettivi di finanza pubblica ha determinato una riduzione cumulativa del finanziamento del Servizio sanitario nazionale di undici miliardi e mezzo rispetto ai livelli programmati dai Documenti di Economia e Finanza (DEF).

Il presidente della Fondazione Gimbe ha riportato l’esempio paradigmatico del 2018, per il quale la spesa sanitaria stimata dal DEF 2014 in 121,3 miliardi di euro è precipitata a 117,7 miliardi nel DEF 2015 per poi essere ulteriormente ridotta a 116,2 miliardi nel DEF 2016 e a 115,1 euro nel DEF 2017. Il finanziamento nominale per il 2018, invece, dai 115 miliardi di euro fissati dell’Intesa 11 febbraio 2016, è stato ridotto a 114 miliardi di euro dalla Legge di Bilancio 2017 ai 113,39 dal Decreto ministeriale 5 giugno 2017 sulla rideterminazione del fabbisogno del Servizio sanitario nazionale e rischia di lasciare per strada altri 300 milioni con la Legge di Bilancio 2018.

Cartabellotta ha poi fatto chiarezza su posizioni e responsabilità di Governo e Regioni che hanno infiammato le legittime richieste sindacali in un momento storico per il rinnovo di contratti e convenzioni. Vero è che la Legge di Bilancio 2017 ha formalmente vincolato (comma 412) le somme per i rinnovi di contratti e convenzioni, ma oltre a non averle quantificate, non le ha nemmeno incluse nel comma 393 che ha vincolato un miliardo di euro a farmaci oncologici innovativi, farmaci innovativi, vaccini, assunzioni e stabilizzazioni. «Purtroppo – ha spiegato Cartabellotta – solo alcune Regioni hanno effettuato l’accantonamento previsto e oggi, di fatto, mancano all’appello sia le risorse assegnate dalla Legge di Bilancio 2017 per i rinnovi contrattuali relativi agli anni 2016 e 2017, sia quelle che la nuova Legge di Bilancio dovrebbe destinare alla quota 2018, sostanzialmente erose dal contributo di cui si sono fatte carico le Regioni a statuto ordinario: 423 milioni di euro nel 2017 e 604 nel 2018». 

Nel corso dell’audizione sono stati illustrati i dettagli della proposta già annunciata dalla Fondazione GIMBE per eliminare l’iniquo balzello del superticket tramite una rimodulazione delle detrazioni IRPEF per le spese mediche. «La proposta GIMBE – ha precisato Cartabellotta – permetterebbe di recuperare circa un miliardo di euro, garantendo al tempo stesso maggiore equità sociale grazie ad una redistribuzione delle agevolazioni fiscali in relazione al reddito, trasformando la frammentata governance regionale di superticket mal disegnati in minori agevolazioni fiscali gestite a livello nazionale e favorendo l’emersione del sommerso. Nel 2013 – conclude Cartabellotta – la Fondazione GIMBE ha lanciato la campagna #salviamoSSN nella consapevolezza che il servizio sanitario nazionale rappresenta la più grande conquista sociale dei cittadini italiani. Constatare in questo scorcio di fine legislatura che sanità e welfare non rappresentano una priorità politica è motivo di grande delusione, ma al tempo stesso un grande stimolo per continuare la nostra battaglia perché la salute sia al centro di tutte le politiche e si possano degnamente festeggiare i 40 anni del servizio sanitario nazionale».

Salvatore Petrarolo

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