Sulla situazione di stallo abbiamo raccolto il parere di Maria Adele Schirru e Paolo Molè, i due candidati alla presidenza
Niente da fare. Niente quorum alle elezioni per rinnovare il consiglio direttivo del Collegio Ipasvi di Torino. Per la seconda volta, dunque, il voto è stato annullato. Va da sé che la situazione di stallo persiste, almeno fino al prossimo tentativo. Sperando che sia quello buono.
«La colpa – afferma la presidente Maria Adele Schirru (a capo della lista Gruppo Arco), da noi contattata telefonicamente – è di una normativa ormai obsoleta, che oltretutto nulla dice su come ci si debba comportare se anche al terzo tentativo non si riuscisse a raggiungere il quorum del 10 percento. Parleremo con la Federazione nazionale per capire come muoverci, e magari interesseremo anche il ministero della Salute. Di certo questa empasse non fa bene a nessuno perché impedisce al Collegio di assumere qualsiasi iniziativa che esuli dall’ordinaria amministrazione. Mi lascia perplessa, inoltre, la scarsa affluenza alle urne. Significa che molti infermieri non percepiscono l’importanza del Collegio. Se le cose non vanno bene, si possono cambiare, ma serve maggior partecipazione. Così, invece, non si fa altro che paralizzare il sistema. E ciò si ripercuote sulla nostra professione».
Sull’arcaicità dell’attuale normativa, risalente agli anni Cinquanta, concorda il competitor Paolo Molè (candidato con la lista Infermieri Torino e Provincia 2.0), che riassume così l’iter della sua discesa in campo: «Alla seconda tornata elettorale ho messo insieme una mia squadra in appena venti giorni, raccogliendo le candidature attraverso lo strumento di Facebook. Non è dato sapere quanti voti abbiamo eroso alla lista avversaria perché io stesso ho chiesto l’annullamento delle elezioni e la distruzione delle schede (vedi foto) alla notizia del mancato raggiungimento del quorum. Cosa succederà adesso? Di sicuro si tornerà alle urne. Intorno alla metà di febbraio, credo. Io proverò a formare una nuova squadra (nuova perché non tutti si ricandideranno). Se ci riuscirò a non più di quindici giorni dal voto, bene. Altrimenti presumo che l’attuale presidente correrà da sola».
Redazione NurseTimes
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