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Torino, infermiere del 118 chiamò i Carabinieri per ‘sbloccare’ la barella del proprio mezzo, assolto dalla commissione disciplinare

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Torino, infermiere del 118 chiamò i Carabinieri per “sbloccare” la barella del proprio mezzo, assolto dalla commissione disciplinare
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È stato soggetto ad un procedimento disciplinare per aver allertato le forze dell’ordine in seguito al ‘blocco’ del proprio mezzo a causa dell’assenza di barelle nel pronto soccorso. Ma oggi, la commissione ha deciso che l’infermiere aveva agito nell’interesse della sicurezza dei cittadini e secondo i dettami deontologici e professionali

Era lo scorso 6 gennaio quando un infermiere, esasperato dai tempi biblici con cui venivano “liberate” le barelle che costringevano i mezzi di soccorso a rimanere fermi presso l’ospedale di Chiavasso, aveva allertato i Carabinieri. Un comportamento inaccettabile, il suo, almeno secondo il dirigente della centrale operativa del 118 che aveva avviato un procedimento disciplinare col fine di punire il professionista reputato negligente.

Ebbene… Oggi, 22 marzo 2018, la commissione disciplinare istituita presso la Città della Salute di Torino ha emesso unanimemente un giudizio di non luogo a procedere in quanto “Il ruolo degli infermieri del 118 prevede l’attribuzione di responsabilità ed autonomia per la salvaguardia e la tutela della pubblica incolumità”. Il collega, per la commissione, avrebbe perciò agito nell’interesse della sicurezza dei cittadini, “ritenendo prioritario lo sblocco dei mezzi di soccorso al fine di garantire l’operatività del servizio”.

La notizia, che crea un precedente importante e potrebbe fingere da ulteriore stimolo per risolvere in fretta la questione “barelle in ostaggio”, che troppo spesso paralizza i mezzi del 118 davanti ai nostri pronto soccorso, è stata data da NurSind Piemonte.

Queste le dichiarazioni (affidate a una nota) del coordinatore regionale del sindacato, Francesco Coppolella: Perché voler punire chi ha agito a tutela della collettività con diligenza e professionalità? Comprendiamo che tale comportamento ha evidenziato carenze e inefficienze oltre a responsabilità di chi queste situazioni le ha generate e non riesce a porvi rimedio ma non è tappando la bocca degli operatori che si risolvono i problemi della nostra sanità”.

Ed è proprio sul voler “tappare la bocca” al professionista che Coppolella ha insistito: Un atto che consideriamo intimidatorio nei confronti di tutti gli operatori che fortunatamente la commissione disciplinare ha deciso responsabilmente di archiviare. Riteniamo preoccupante invece come di fronte a numerose segnalazioni che denunciano le stesse situazioni, anche gravi, inviate dagli operatori alla direzione sanitaria e ai dirigenti della centrale operativa, non siano mai giunte risposte”.

Alessio Biondino

Fonte: Quotidiano Sanità

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