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Ausl Imola, molte criticità per la privatizzazione del servizio “barellamento” trasporto infermi

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Ausl Imola, molte criticità per la privatizzazione del servizio "barellamento" trasporto infermi
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della segreteria provinciale Fials.

FIALS, Federazione italiana autonomie locali e sanità, provincia di Bologna,
sigla sindacale maggiormente rappresentativa a livello nazionale e firmataria
del CCNL, aderente alla confederazione sindacale CONFSAL, che conta
sull’intero territorio nazionale oltre 1.000.000 di iscritti e oltre 2.000 nella sola provincia di Bologna, confermandosi il primo sindacato rappresentativo
dei lavoratori della sanità provinciale, denuncia ancora una volta le azioni
maldestre di codesta amministrazione, la quale permette la privatizzazione di
un servizio efficiente, negando le assunzioni a decine di lavoratori che da anni
prestano servizio all’interno dell’AUSL.

In particolare:

La decadenza della graduatoria O.S.S. (operatori sociosanitari) dell’Ausl
Imola, oltre a mettere a rischio la stabilità di decine di famiglie imolesi, (27
operatori lasciati fuori), ha visto, ed entro aprile vedrà lasciare il servizio per
decadenza dei termini contrattuali, personale esperto e preparato che da anni
svolge la propria mansione egregiamente all’interno dell’Azienda
sanitaria imolese, e in particolare all’interno del servizio “barellamento” del
trasporto infermi.

Si tratta di un servizio che prevede il trasporto di materiale sanitario e
distribuzione dei farmaci, il trasporto dei pazienti da reparto a reparto, da
pronto soccorso a reparto assegnato, oltre a numerose operazioni ausiliarie in
ambito sanitario, che ad aprile dovrebbe acquisire nuova vita, essendo
privatizzato a cooperative esterne. Un servizio di alta qualità, erogato dagli
operatori assistenziali e sanitari, che non ha mai presentato, in termini di
bilancio, costi del lavoro così elevati da costringere le amministrazioni del
passato a cedere al privato il servizio offerto ai cittadini.

Ora ci chiediamo se l’appalto, in termini di numero di personale e di qualità
delle prestazioni, sarà all’altezza del servizio precedente. Al momento non ci è
dato saperlo. Rimane il dubbio che possano esserci, con l’esternalizzaizone,
nuove immissioni in servizio di personale laico, non sanitario, con una
ripercussione notevole sulle prestazioni da garantire ai cittadini, oltre al caos
che può generarsi nei reparti e nei servizi che usufruiscono attualmente
dell’attività di barellamento, i quali dovranno compensare le attività
assistenziali del caso.

Le innumerevoli riorganizzazioni interne dell’ultimo anno, tra cui lo
spostamento del DH medico con i relativi ambulatori nell’area dove stanziava
una volta il reparto di ORL (Otorino), sta creando non pochi problemi agli
operatori in questione. Nello specifico si riscontrano difficoltà nel passare con il
letto di degenza dall’ascensore predisposto per il raggiungimento dei locali
dove l’utenza effettua esami medici diagnostici (ecografie, visite specialistiche,
ecc.).

L’amministrazione, per ovviare a tale problema, segnalatoci dai
lavoratori, ha pensato bene di utilizzare due operatori, uno per il trasporto
effettivo e un secondo per lo smontaggio delle spondine di sicurezza del letto,
per permettere allo stesso di entrare nel locale ascensore, negando così le
basilari norme sulla sicurezza al paziente e, soprattutto, mettendo a rischio
ancora una volta l’operato dei professionisti. Lo spazio fisico dove era collocato
il vecchio DH medico ci risulta ancora vuoto, nonostante siano passati diversi
mesi dalla riorganizzazione. Ci chiediamo: perché?

L’appalto impatterà anche sui lavoratori del servizio barellamento con contratto
a tempo indeterminato, tenuti all’oscuro dall’azienda su tematiche importanti
in termini di nuova organizzazione del servizio, ferie estive e ricollocazione
logistica/strutturale.

Se l’azienda USL non rivede l’appalto, siamo pronti a intraprendere un
contenzioso legale, anche in nome e per conto degli operatori a cui non verrà
rinnovato il contratto (in considerazione della nuova sentenza della
Cassazione, che si è pronunciata su una pratica consolidata e ritenuta finora
lecita). ASL e ospedali hanno sempre sopperito alla necessità di figure
professionali come infermieri, OSS, ausiliari e anche amministrativi,
avvalendosi del supporto a ditte esterne, soprattutto cooperative. Non può
essere più una pratica consolidata.

FIALS ha da sempre contestato le riduzioni dei fondi in sanità, dettati da
necessità di risparmio, che si ripercuotono inesorabilmente sulla pelle dei
cittadini e sui lavoratori. Continuiamo a essere convinti che la
riduzione della spesa andrebbe effettuata sulle politiche degli appalti e delle
esternalizzazione dei servizi, vera fonte di sperpero e di cattiva gestione.

Alfredo Sepe
Segretario provinciale FIALS Bologna-Imola

 

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