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Meno depressione e isolamento con le galline addestrare alla pet therapy

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Gli effetti benefici sono evidenti soprattutto sugli anziani. Lo dimostra il Furry Tales Project, sviluppato dalla Stepney City Farm di Londra.

Le proprietà terapeutiche della pet therapy sono ormai note a molti. I benefici derivanti dalle visite di cani addestrati ai pazienti ricoverati negli ospedali e nelle case di riposo vengono utilizzate in ogni parte del mondo. Non solo i cani, però, vengono addestrati: docili gattini e altri animali domestici sono frequentemente utilizzati come animali terapeutici per fornire compagnia e far sentire a proprio agio le persone bisognose di benessere.

Ma nessuno ha mai sentito parlare del potere benefico delle galline? Secondo molti terapisti sono considerate animali favolosi, pieni di vitalità e con l’abilità di far sorridere chiunque immediatamente. Ecco da dove ha tratto ispirazione Ione Maria Rojas per realizzare il Furry Tales Project presso la Stepney City Farm di Londra. Grazie all’aiuto di molti volontari e all’utilizzo delle galline di razza cocincina nana, conigli da allevamento e porcellini d’India, l’iniziativa ha preso sempre più piede nella capitale britannica.

La reazione degli anziani alla vista delle galline addestrate alla pet therapy è incredibile. Quando gli animali fanno il loro ingresso nel salone, tutti iniziano a sorridere, cercando di interagire con loro. “Questa razza di galline è conosciuta per essere estremamente docile – ha spiegato Ione -. Adorano essere accarezzate e si divertono ad accovacciarsi sulle ginocchia delle persone, diventando animali perfetti per la pet therapy”. Anche gli ospiti più riservati provano il desiderio di unirsi al resto del gruppo per prendere in braccio una gallina. Per molti pazienti vissuti da bambini in una fattoria sono riemersi molti ricordi felici, continua l’esperta.

La pet therapy fornisce conforto psicologico, genera risate ed è fonte di grandi discussioni. Anche il fatto che le “galline terapeutiche” sembrino così soddisfatte è argomento di conversazione. Molti credevano che sarebbero scappate via alla vista degli umani, ma in realtà accade tutt’altro. “Quando sono ancora pulcini, i volontari trascorrono la maggior parte della giornata con loro. Vengono accarezzati e presi in braccio per molte ore. Ecco perché anche da adulte non sono spaventate”.

Simone Gussoni

 

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