Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa che denuncia i disagi vissuti dai lavoratori della Onlus lucana.
È giunta a questa O.S. una comunicazione da parte dell’Aias di Potenza avente a oggetto il “Licenziamento collettivo per riduzione del personale – comunicazione ai sensi dell’art. 24 comma 1 e dell’art.4 c.2 legge 23/07/91 n. 223 e smi”. Con grande rammarico la Fials apprende di decisioni prese dalla Onlus nella completa indifferenza dei vertici regionali, più volte sollecitati a intervenire per trovare soluzioni condivise a salvaguardia dei posti di lavoro e anche del diritto di cura e salute dei disabili e delle loro famiglie.
Questa O.S. ha più volte invitato gli organi regionali a convocare un tavolo tecnico per discutere la vertenza Aias, aperta già da anni, ma nulla è stato fatto ad oggi. Per giunta, accordi presi negli anni passati, che avrebbero potuto risanare una situazione di sofferenza e salvaguardare i posti di lavoro, non sono mai stati rispettati, comportando un sempre crescente squilibrio economico e finanziario e la riduzione delle attività.
Le risorse finanziarie di cui può disporre l’Aias derivano totalmente dalle convenzioni sottoscritte con le Aziende sanitarie della Regione Basilicata. Le prime difficoltà dell’Aias sorgono nel 1996 a causa di un contenzioso con l’ex Asl n. 5 per un valore pari a 1.100.000,00 €. Nel 2003 le difficoltà si acuiscono ancora per prestazioni richieste, autorizzate dall’ex Asl n. 5 e regolarmente rese dall’Aias per 400.000 €, ma mai pagate. Nel 2004, per non ricorrere a licenziamenti, l’Aias ha attuato una ristrutturazione moderata, che ha tamponato momentaneamente la situazione di emergenza. Il blocco del turn over, inoltre, portò tra il 2004 e il 2008 la riduzione da 170 a 156 unità lavorative.
Nel corso degli anni, poi, una serie di adeguamenti strutturali rese necessaria una nuova ristrutturazione aziendale che, sempre per scongiurare i licenziamenti, fu individuata, in accordo con le O.S., la Regione, i direttori generali delle Aziende sanitarie e i sindaci interessati, in un aumento di prestazioni in semiresidenziale, da erogare nel centro di Potenza, in quello di Sant’Arcangelo e in quello di Scanzano Terzo Cavone. Gli incrementi di prestazioni negli ultimi due centri erano da autorizzare previo adeguamento delle strutture per un investimento di 1.300.000 €.
Il riconoscimento economico di queste prestazioni avrebbe permesso il risanamento del deficit, ormai diventato pari a 5.400.000 €, e rimosso lo squilibrio finanziario dell’Aias e i disagi dei lavoratori. Nel 2010 si sottoscrisse il verbale d’intesa e la Regione impegnò formalmente i rappresentanti delle Aziende Sanitarie a porre in essere tutti i procedimenti amministrativi diretti a velocizzare le procedure e garantire la copertura finanziaria. Tuttavia gli accordi non furono rispettati e addirittura, nel momento del rinnovo dei contratti, ci fu una riduzione significativa di 4.200 prestazioni a favore di altri soggetti.
«Tutto quanto sopra sinteticamente riportato – afferma il segretario regionale Fials, Luciana Bellitti – è per portare alla luce che la situazione di squilibrio economico-finanziario dell’Aias, non più sostenibile, è stata causata dal comportamento omissivo dei vari attori sociali, prima fra tutte la Regione Basilicata. L’Aias deve ancora ripianare il debito contratto con gli istituti di credito per l’anticipazione dei fondi necessari ottenuti per la realizzazione del centro di Scanzano e per il pagamento delle retribuzioni dovute con riferimento alle prestazioni erogate e mai saldate, seppur autorizzate dall’ex Asl 5».
«Dal 2015 – continua la sindacalista – è esploso in modo irreparabile uno stato di sofferenza economico-finanziaria causata dai progressivi tagli di budget operati nel tempo dalla Regione Basilicata che non può essere più risolta, come fatto negli anni passati, attraverso moderate ristrutturazioni. Nel 2016 e 2017, ad aggravare ancor più una situazione già fortemente compromessa, l’Asp di Potenza ha dimesso 170 pazienti con conseguente riduzione delle ore di terapia, che si è ripercossa sull’utilizzo del personale non impiegato. Quest’ulteriore contrazione di fondi ha provocato l’impossibilità dell’Aias di procedere con puntualità al pagamento di retribuzioni, indennità e rimborsi chilometrici legati alle terapie dei pazienti».
E ancora: «Considerate le continue dimissioni improvvise di pazienti, la riduzione dei tetti di spesa e l’omesso pagamento di ingenti somme da parte degli enti pubblici, l’Aias non ha trovato altra soluzione che ridurre i costi fissi, ossia il numero dei dipendenti che, seppur retribuiti, risultano inutilizzati. Il personale, infatti, oltre a rappresentare il centro di costo più significativo (80% costo del personale), risulta anche sovradimensionato rispetto alle odierne esigenze venutesi a creare per la incomprensibile riduzione dei pazienti assegnati, nonostante sul territorio si registri una costante e documentata crescita della domanda di prestazioni riabilitative».
«La Fials – conclude Bellitti –, stigmatizzando l’atteggiamento omissivo tenuto in questi anni dalla Regione Basilicata e dalle Aziende Sanitarie, che non hanno rispettato accordi presi e sottoscritti, sostiene la sacralità del posto di lavoro e continuerà la sua battaglia al fianco dei dipendenti Aias. Il sindacato Fials chiede alla Regione Basilicata e al presidente della Regione chiarimenti in merito a quanto accaduto in questi anni. Agli eventi, cioè, che hanno portato l’Aias all’avvio delle procedure di licenziamento collettivo. Chiediamo, inoltre, di mettere in atto con estrema urgenza tutte le azioni necessarie a scongiurare la perdita dei posti di lavoro e a ridare dignità ai lavoratori, ai pazienti e alle loro famiglie».
Intanto la Fials ha richiesto l’esame congiunto delle procedure di licenziamento collettivo.
Fials Potenza
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