Il plauso di Opi Firenze-Pistoia per Luisa Giorgi: “Un esempio che porta lustro alla nostra professione”.
«Non sono un’eroina, ho agito solo come tutti gli infermieri farebbero in una situazione analoga a quella in cui mi sono trovata». Sono queste le parole di Luisa Giorgi, infermiera 38enne del 118 Pistoia-Empoli. È stata lei, qualche giorno fa, fuori servizio, a salvare la vita a un giovane 26enne che ha accusato un infarto mentre si trovava su un campo di calcio.
Luisa, per il suo intervento tempestivo e salvavita, riceve il plauso e il ringraziamento del consiglio direttivo dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze-Pistoia. «Riteniamo che la Giorgi abbia, con il suo intervento, oltre che restituito alla vita un giovane uomo, dato forma e valore agli articoli del nostro Codice deontologico – commenta Danilo Massai, presidente di Opi Firenze-Pistoia –, portando lustro, nel contempo, all’opera svolta giornalmente dai nostri iscritti e alla nostra professione».
«Ero a cena con la mia famiglia nella struttura di Ponte a Elsa dove il ragazzo si è sentito male – racconta l’infermiera –. Sono venute delle persone tra i tavoli a cercare un medico o infermiere per soccorrere il ragazzo. Nessuno pensava a un arresto cardio-circolatorio, ma appena sono giunta sul campo ho constatato che non respirava. Ho chiesto subito se avesse avuto uno scontro in campo ma, quando mi hanno detto che la partita non era neanche incominciata e che il giovane si stava ancora riscaldando prima di finire privo di sensi per terra, il quadro è stato chiaro. Ho iniziato subito il massaggio cardiaco, ma senza buon esito. Per fortuna la struttura era dotata di un defibrillatore e così l’ho usato. Dopo la scarica, ho ripreso a massaggiarlo energicamente al centro del torace. A quel punto, se pur debole, il battito è ripartito e il ragazzo ha ripreso a respirare. Poi sono arrivate l’ambulanza e l’auto medica».
Prosegue Lisa: «Mentre tutto ciò avveniva, sono rimasta sempre in contatto con la centrale del 118 di Pistoia-Empoli e il medico di turno, che, al telefono, seguiva le varie fasi dell’intervento. Grazie al soccorso tempestivo il giovane non ha subito deficit perché è stato subito defibrillato e massaggiato. Sono infermiera dal 2006, mi è capitato altre volte di soccorrere persone coinvolte in incidenti stradali, ma un episodio grave come questo è la prima volta che mi accade. Questo lavoro, per la maggior parte dei colleghi, non è solo una professione ma una vocazione, e quindi non termina con la fine del turno quotidiano, ma continua anche fuori servizio».
Redazione Nurse Times
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