Armando Renzitelli, infermiere del Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina, è stato condannato a tre anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale.
Avrebbe approfittato delle debolezze di una turista, giunta in ospedale in stato di ebbrezza, per poterne abusare.
La seconda sezione del tribunale ha stabilito che l’infermiere debba risarcire la paziente, oggi 27enne, con la somma di 30 mila euro.
L’ex dipendente dovrà versare all’ospedale altri 36 mila euro per il danno d’immagine provocato.
All’imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle circostanze aggravanti, che nel caso specifico sono state configurate nell’abuso di potere e nell’aver approfittato dello stato confusionale nel quale la vittima giaceva.
Dopo essere tornata lucida, la turista americana, sarebbe riuscita ad avvisare gli amici ed i parenti con un sms della violenza subita.
Già un precedente nel 2009. Alcuni anni prima infatti, Renzitelli finì sotto inchiesta per violenza sessuale. Secondo l’accusa, aveva cercato di abusare di una paziente sedata attraverso la somministrazione di un ansiolitico.
In quell’occasione il gup aveva dichiarato il non luogo a procedere e l’infermiere aveva conservato il suo posto di lavoro. Anzi, aveva anche tentato la carriera politica, candidandosi con Forza Nuova alla Camera nel 2013.
Nel recente processo, la 27enne si è costituita parte civile facendosi assistere dall’avvocato Stefano Zoccano.
L’aggressione avvenne il 5 luglio 2014, quando la ragazza giunse in Pronto Soccorso dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo con le amiche.
Dopo essersi al pronto soccorso, l’infermiere la avrebbe fatta stendere su una barella, legandola con alcune cinghie e, una volta addormentata, le avrebbe messo le mani addosso per palparla ripetutamente.
Al risveglio però la turista chiama i parenti. E dopo quattro mesi d’indagini Renzitelli finisce agli arresti domiciliari.
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