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Massimo Randolfi

Un infermiere per dodici pazienti: i dipendenti dell’Asl Toscana Centro sul piede di guerra

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Un infermiere per dodici pazienti: i dipendenti dell’Asl Toscana Centro sul piede di guerra
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La cronica carenza di personale infermieristico che affligge la sanità toscana ha spinto gli infermieri empolesi a dichiarare guerra alla propria azienda sanitaria locale.

«Da un anno e mezzo chiediamo all’Asl Toscana Centro di incrementare l’organico per la degenza nel reparto di Medicina, ma ora siamo arrivati al culmine e se a settembre non avremo risposte bloccheremo lo straordinario».

Ad andare al contrattacco è Gianni Piccini, segretario territoriale Nursind di Empolese Valdelsa e Valdarno inferiore.

Nel suo intervento ha esposto il problema della carenza di personale infermieristico presso l’ospedale di Empoli riscontrato durante il periodo estivo.

«In inverno l’azienda ha sopperito al problema integrando il personale con spostamenti da altri reparti – dice Piccini – o gestendolo con lo straordinario, in un periodo in cui il carico delle ferie è inferiore rispetto ai mesi estivi. Ma di recente la situazione è letteralmente esplosa ».

Secondo il Nursind, «infermieri ed operatori socio sanitari non sono sufficienti neppure a garantire gli standard assistenziali minimi».

Una situazione che va avanti «dalla nascita dell’azienda Usl Toscana Centro, ma si è aggravata durante i mesi estivi di quest’anno. Nel turno diurno sono presenti due infermieri, quando il minimo per garantire lo standard assistenziale sarebbe di tre.

Ciò che più amareggia è che un così basso rapporto tra infermiere e pazienti è presente pressoché unicamente nella realtà empolese, dove abbiamo un rapporto tra pazienti e infermiere di dodici a uno. In altri ospedali dell’area è di otto a uno o addirittura inferiore».

È in basso «l’assistenza minima», secondo Piccini, perché «i lavoratori svolgono compiti, senza però riuscire a pianificare l’assistenza e con un enorme rischio di errori. Tutto ciò è inaccettabile, ma ancor più inaccettabili sono le risposte evasive fornite dall’azienda al nostro sindacato che ha richiesto un incremento degli organici infermieristici durante l’orario diurno e l’inserimento di un operatore socio sanitario nel turno notturno ormai da tempo. Tutto ciò dopo un’analisi organizzativa che abbiamo richiesto e che ha evidenziato carenze organiche importanti».

Poi l’annuncio: «Se a settembre non avremo riscontri certi, metteremo in atto tutti gli strumenti in nostro possesso, compreso lo stato di agitazione del personale con conseguente blocco dello straordinario, che reputiamo uno strumento del quale l’azienda abusa per far fronte alle carenze e non assumere personale».

Simone Gussoni

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