Una testimonianza importante. Da parte di una collega che ne ha viste davvero tante e che, per avere un po’ di respiro dal demansionamento e dallo sfruttamento, ha scelto (sicuri che in un contesto del genere si tratti di ‘scelta’…?) di dedicarsi alla libera professione. Riportiamo qui il suo sfogo social, garantendole l’anonimato per salvaguardare la sua attività professionale
Ciao Alessio, vorrei farti i miei complimenti per come difendi la nostra professione. Ho preso il D.U. di infermiere nel 2001 ed ho cambiato molti posti di lavoro fino al 2008; allora c’era ancora la possibilità di farlo senza rischiare di rimanere senza un’occupazione.
Dal 2008 ad agosto 2018 ho prestato servizio sempre per lo stesso datore di lavoro ma, negli ultimi anni, ho visto la mia dignità calpestata, ho dovuto accettare anche di fare il giro letti, imboccare e trasportare i pazienti non autosufficienti nelle stanze. Tutto questo a discapito dell’assistenza infermieristica.
In tutto questo, dovevo anche compilare moduli su moduli per la qualità, ovviamente fuori orario di servizio e senza retribuzione perché, nell’orario di lavoro era impossibile farlo. Negli ultimi mesi, ogni volta che arrivavo nella struttura in cui lavoravo, mi veniva il mal di stomaco, mi sentivo un cappio stretto al collo e intrappolata in una situazione dalla quale non sapevo come uscire.
Ad agosto scorso ho inviato al mio datore di lavoro la lettera di recessione dal contratto – ora sono una “libero professionista”- anche perché, lavorare in quelle condizioni, era diventato davvero troppo rischioso e mi sentivo umiliata e demotivata. Il mio obiettivo è sempre stato l’assistenza domiciliare e, finalmente, sto riuscendo nel mio intento, anche se con molta fatica.
Nel mio percorso ho visto troppi colleghi giovani – io ho superato i cinquanta – adattarsi al demansionamento senza battere ciglio, come fosse una cosa normale e senza capire che, facendo il giro letti, imboccando, insomma facendo gli OSS – senza nulla togliere all’importanza che hanno queste figure – non possono dare al paziente l’assistenza infermieristica che dovrebbero.
Mi auguro che la battaglia che stai combattendo dia i suoi frutti e che, un giorno, un messaggio come questo non abbia più ragione di esistere.
P.S. Come vedi, non tutti gli infermieri “anziani” sono degli sciacquapadelle.
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