Riceviamo e pubblichiamo la nota di Roberto Cardone Coordinatore responsabile RSU dell’ospedale Niguarda di Milano
“Dopo 18 anni di pratiche scorrette nell’utilizzo di apparecchiature elettromedicali si è quasi giunti al termine del contradditorio che da diverso tempo vede interessati Infermieri ed Oss del blocco operatorio DEA dell’ASST GOM NIGUARDA e la Direzione Aziendale del noto nosocomio milanese.
È infatti prassi consolidata quella di coartare l’Infermiere di sala operatoria all’esercizio abusivo della professione sanitaria del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (TSRM) per sopperire alle carenze organiche di questa figura tanto che non è MAI stata prevista nelle camere operatorie dell’ospedale.
Sono stati gli Infermieri stessi del Blocco Operatorio DEA che, dopo avere più volte denunciato la mancanza di opportuni dispositivi di radioprotezione (per operatori e pazienti delle sale operatorie), si sono autodenunciati per “abuso di professione sanitaria di TSRM” per la pratica illecita di utilizzo dell’amplificatore di brillanza (ad oggi prerogativa del medico specialista o del TSRM).
Dopo numerose segnalazioni (rimaste inascoltate) effettuate presso la Direzione Infermieristica, la Direzione Medica e la Direzione Generale Aziendale, gli Infermieri dei blocchi operatori, guidati da Roberto Cardone e sostenuti dal sindacato più rappresentativo dell’Ospedale Niguarda: NURSING UP, si sono autodenunciati presso l’Ordine delle Professioni Infermieristiche e l’Ordine dei TSRM per “abuso di professione sanitaria di TSRM”. L’autodenuncia è stata formalizzata in occasione della giornata internazionale dell’Infermiere (12 maggio u.s.) dal personale Infermieristico e Oss del Blocco Operatorio DEA (Pronto Soccorso, Ortopedia e Neurochirurgia) e del Blocco Operatorio Pediatrico.
Per diversi mesi la Direzione Aziendale ha taciuto di fronte alle richieste del personale. Ha temporeggiato nell’adozione di misure di radioprotezione richiesti (per personale e pazienti) e ha rimandato l’assunzione di personale TSRM nel tentativo di attribuire ancora una volta atti impropri alla figura Infermieristica. Dato il silenzio dell’Azienda il personale è stato costretto a comunicare l’astensione dalla movimentazione dell’amplificatore di brillanza a partire dal primo ottobre 2018 con conseguente sospensione dell’attività di camera operatoria.
Solo la minaccia dell’interruzione delle attività di camera operatoria ha sortito l’effetto sperato. In data 28 settembre u.s. ha avuto luogo una trattativa urgente tra Direzione Aziendale e RSU al fine di evitare il blocco totale delle sale operatorie del nosocomio e le relative ripercussioni sull’utenza.
Per onestà intellettuale va sottolineato che le iniziative volte a difendere l’operato del personale Infermieristico ed Oss è stato intrapreso e perseguito dagli infermieri stessi e sostenuti fin dai primi passi dal NURSING UP aziendale. Grazie al NURSING UP e ai delegati Roberto Cardone e Giovanni Diano, la problematica è stata portata più volte all’attenzione dell’assemblea dei lavoratori ottenendone il sostegno da parte di tutta la RSU.
È singolare constatare come, ormai in fase di risoluzione del problema, ogni sigla sindacale cerchi di attribuirsi il merito del risultato ottenuto.
Si deve dire grazie alle “competenze tecniche e professionali” di qualcuno?
Certamente sì, ma sono da attribuire in primis agli Infermieri che hanno perseverato nella difesa del loro ruolo e nella ricerca di una soluzione che tenesse conto della tutela dei professionisti e dei pazienti afferenti alle C.O. DEA; che non si sono fermati davanti al silenzio dell’amministrazione o delle risposte sommarie di esperti della Direzione Aziendale.
Si deve dire grazie alla competenza dell’Associazione di Avvocatura di Diritto Infermieristico (AADI) Segreteria Provinciale di Milano Lodi MB (Regione Lombardia), al prezioso contributo della dott.ssa Lauretta Anelli (Infermiera legale e forense) e dell’equipe del dott. Di Fresco che in data 14/08/2018 hanno formalmente diffidato l’Azienda ad adottare soluzioni opportune (a cui l’azienda non ha risposto) ma che ha comunque smosso la situazione stando nei termini massimi di risposta.
Si deve dire grazie soprattutto alla Vice Coordinatrice della RSU (Gerarda Izzo) nonché TSRM presso questo ospedale ed alla RSU tutta che attraverso i delegati aziendali delle altre sigle sindacali hanno contribuito a dare forza all’azione sindacale.
Rimangono assenti (ingiustificati) gli Ordini Professionali, in primis l’OPI MI-LO-MB, che non solo non hanno dato seguito all’autodenuncia degli Infermieri, ma non hanno nemmeno risposto alle comunicazioni ufficiali.
E’ da considerarsi assolutamente SCORRETTA la campagna propagandistica di alcuni sindacati che si attribuiscono il merito della risoluzione di un problema rilevato e denunciato dagli operatori stessi e rimasto fino ad ora inascoltato. Che cosa hanno fatto in 18 anni di “abuso di professione” e di assoluta mancanza di tutela sotto il profilo radio protezionistico?
Ricordiamo che il personale delle C.O. DEA lavora H 24 per garantite le emergenze/urgenze e l’utilizzo dell’amplificatore di brillanza è pressoché quotidiano.
A questi professionisti è stato negato per anni l’utilizzo di dispositivi atti a garantire la protezione individuale e non hanno mai ricevuto le relative indennità di esposizione in quanto gli “esperti aziendali” hanno dichiarato che l’Infermiere che lavora nelle sale operatorie dell’urgenza, non viene classificato come esposto e “non necessita di collarini di protezione, ma ha l’obbligo di indossare camice piombato”(?).
Gli infermieri continueranno a denunciare tali problematiche avvalendosi delle autorità competenti.
Grazie al sostegno offerto dal NURSING UP aziendale che si è preoccupato di avviare e sostenere l’azione intrapresa dagli Infermieri”.
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