È tornata in libertà Sonya Caleffi, ex infermiera dell’ospedale di Lecco, accusata di aver causato la morte di 18 pazienti provocando loro un’embolia gassosa iniettando aria nelle loro vene.
Venne arrestata il 15 dicembre 2004. Durante l’interrogatorio confesserà solamente 6 omicidi: 4 accertati e 2 sospetti.
«Mi dispiace molto per quello che è successo, e chiedo perdono, se è possibile. Non volevo che finissero così, quei pazienti. Io praticavo quegli interventi perché mi piaceva che tutti accorressero in tempo a salvare i pazienti.»
La Caleffi soffriva da anni di depressione e anoressia nervosa. Tentò di suicidarsi con la sua auto, lanciandosi contro un muro a Salita Cappuccini a Como. Poi cercò nuovamente la morte per altre tre volte tra il 2002 e il 2004.
Il 14 dicembre 2007 venne condannata per 5 omicidi e 2 tentati omicidi a scontare 20 anni di reclusione nel carcere di San Vittore. La sentenza suscitò non poca rabbia da parte delle famiglie delle vittime, poiché il Procuratore generale chiese l’ergastolo per la donna.
L’ex infermiera torna dunque ad essere una libera cittadina 6 anni prima della conclusione della pena, sfruttando i benefici derivanti dall’indulto e dalla sua buona condotta durante gli anni di reclusione.
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