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Massimo Randolfi

Giulia, futura infermiera, dona il midollo salvando la vita del padre

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Giulia, studentess
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La storia che ha visto protagonisti un padre ed una figlia ha rappresentato per molto un ritratto del vero amore.
 
Il gesto di coraggio, generosità ed affetto compiuto da una ragazza di soli 21 anni le ha permesso di manifestare la profondità del legame che la unisce con il padre. Il dono a lui riservato è stato una forma di ringraziamento verso chi le avrebbe permesso di venire al mondo.

“21 anni fa mio papà mi ha dato la vita, io, ora, la ridò a lui. E, fidatevi, non esiste gioia e soddisfazione più grande”. 

 

Giulia Muttoni ha voluto esternare tutto il bene che prova per quell’uomo che è sempre stato al suo fianco con poche semplici parole. Iscritta al corso di laurea in infermieristica presso l’università degli studi di Milano Bicocca, Giulia conosce molto bene la malattia, la sofferenza ed il dolore che molti pazienti hanno provato.

 

Ed e proprio questo percorso di studi ad averle fatto comprendere l’importanza di donare tutta se stessa al prossimo.

 

Una storia che apre il cuore. Un gesto d’affetto, di generosità, di coraggio. L’emblema dell’amore filiale e allo stesso tempo della grandezza del concetto di dono. Tutto questo raccontato da una ragazza giovanissima che, con poche e semplici parole, è riuscita a esprimere non solo  la grandiosità del legame che la stringe al suo papà, ma anche l’importanza di sapersi donare, nel vero senso del termine,  al prossimo.

 

Grazie agli studi universitari e all’esperienza di volontariato trascorsa presso la Croce Rossa di Premana avrebbe ricevuto la vocazione ad aiutare il prossimo.

 

Quando ha scoperto che quel prossimo ad avere bisogno di aiuto era proprio suo padre non ha esistano un attimo. Si è immediatamente sottoposta agli esami clinici necessari per stabilire la compatibilità del proprio midollo con quello del papà Giuseppe.

 

Di seguito l’emozionante racconto che Giulia ha pubblicato su Facebook:

 


30 e 31 Ottobre 2018 Due giorni che non scorderò mai. I giorni in cui ho donato il midollo a mio papà. Non si può descrivere quanto io abbia provato nel vedere la sacca che si riempiva di tante celluline, pronte ad entrare nel corpo di mio papà, armate come soldatini per andare a combattere contro la sua malattia. Una poltiglia rossastra, composta da 560 milioni di cellule staminali, che significa Vita, Speranza, Guarigione. È strano rendersi conto che la vita di una persona dipende dalla tua; si crea un rapporto viscerale, fortissimo, esclusivo. 21 anni fa mio papà mi ha dato la vita, io, ora, la ridò a lui. E, fidatevi, non esiste gioia e soddisfazione più grande.


La testimonianza della futura infermiera vuole essere un incentivo per molti altri giovani:

 

Ragazzi tra i 18 e 35 anni, in buona salute, iscrivetevi all’ADMO! Donare il midollo non fa male, non è pericoloso e non fa paura, anzi, vi procura solo un sacco di soddisfazione e felicità.”

 

Simone Gussoni

 

Fonte: Giornale di Lecco

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