In questi giorni si sta assistendo ad un dibattito attraverso i media che vede protagonisti rappresentanti politici, istituzionali e sindacali ma che rischia ancora una volta di essere strumentalizzato e utilizzato a fini allarmistici nei confronti dei cittadini
Ancora una volta si utilizzano temi e termini chiave che si sa suscitano sempre emozioni importanti.
Come rappresentanti dei professionisti Infermieri ci rivolgiamo ai cittadini stando molto attenti a non trascinare la discussione su livelli che non siano prettamente realistici e legittimati da normativa vigente e dati statistici.
Siamo quindi a ricordare come la legge, già dal 1992, riconosce l’Infermiere quale protagonista dell’emergenza-urgenza territoriale e del supporto avanzato. Fin dal 1992 un Decreto del Presidente della Repubblica attribuisce responsabilità al personale infermieristico nell’ambito dei protocolli della Centrale 118, della ricezione, registrazione e selezione delle chiamate, nella determinazione dell’apparente criticità dell’evento segnalato, nella codificazione delle chiamate e delle risposte, Decreto ribadito anche nella sentenza 868 del 1996 del Consiglio di Stato.
A livello nazionale è in corso un tavolo tecnico di lavoro dove la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e la Federazione Nazionale delle Professioni Infermieristiche lavorano insieme per elaborare proposte concrete sulla questione dell’emergenza territoriale.
Il nostro obiettivo, come professionisti, deve essere quello di qualificare entrambe le professioni distinguendone ruoli e competenze: si tratta infatti di due professioni assolutamente indispensabili nella gestione dell’emergenza e che devono collaborare e lavorare in sinergia al fine di offrire la migliore assistenza a tutti i cittadini. Assistenza che non si intende di esclusiva gestione medica o infermieristica ma che ogni volta fa richieste differenti ed è a questo che dobbiamo saper rispondere con quello che in quel momento è il professionista più adatto in termini di efficacia ma anche di efficienza.
Le istituzioni devono avere il coraggio di riconoscere che per una corretta gestione generale dei servizi la risposta non può che essere l’impiego attento delle risorse, affinché ogni professione possa impiegare competenze specifiche dove e quando richieste, preservando quanto non necessario.
L’impiego di Medici o Infermieri nel rispetto di quanto sopra non può che essere indice di un’attenta gestione del bene pubblico. Se è vero che ancora oggi sulla carta non è prevista ufficialmente alcuna modifica immediata all’assetto di oggi, auspichiamo che quanto già ben radicato ormai in tutte le realtà toscane e sottolineiamo fatta eccezione solo per la nostra città, diventi patrimonio anche dei nostri concittadini. In tutte le altre province toscane infatti la presenza di Infermieri appositamente formati per l’emergenza extra-ospedaliera, fatta sempre di più di situazioni critiche, può testimoniare l’appropriatezza di tali professionisti. Ci dispiace dover contraddire alcuni punti degli articoli usciti in questi giorni ma ritenendo importantissimo e necessario il rapporto di fiducia tra gli Infermieri e i cittadini non possiamo lasciar passare affermazioni che definiscono “pericoloso” l’Infermiere sulle ambulanze.
Per la nostra città chiediamo l’introduzione dell’automedica e dell’ambulanza infermieristica nel rispetto della normativa a tutela prima di tutto della popolazione senza che da parte nostra ci sia la benché minima intenzione di ricoprire ruoli che non ci appartengono o di vantare competenze che non abbiamo.
In sanità si parla di “appropriatezza” e questo significa che in certi contesti è più appropriato avere un mezzo con Infermiere, in altri con Medico, in altri con entrambi, in altri con soccorritori laici.
Quando si parla di automedica ci teniamo a ricordare che questa permette di garantire la stessa dotazione assistenziale garantita nel pronto soccorso e che permette al Medico e all’Infermiere di giungere dove necessario facendosi raggiungere da un’ambulanza, se ritenuto necessario.
Non possiamo, a prescindere, dire se è meglio un mezzo di soccorso con Medico o con Infermiere. La risposta cambia in base a molteplici fattori: la distribuzione dei mezzi, la distribuzione delle professioni, la distribuzione dei pronto soccorso (nonché dal tipo di pronto soccorso), la distribuzione degli ospedali (e che tipo di ospedali sono) rispetto ad una determinata aerea e casistica.
L’importante è che si tratti di professionisti competenti quali sono sia i Medici che gli Infermieri che, per lavorare sui mezzi di soccorso avanzati, hanno conseguito master, specializzazioni e che si formano costantemente.
Il DM 17/12/2008 definisce le tipologie di mezzi di soccorso che prevedono, oltre all’autista, nel mezzo di soccorso avanzato o Infermiere o Medico o entrambi. Decreto anche questo avvalorato dal DM 70 /2015 oltre che da interpretazione autentica del 20/05/2017. Inoltre, la Raccomandazione n.15 del ministero della Salute del Febbraio 2013 afferma che nei servizi di emergenza/urgenza l’obiettivo sia quello di garantire prestazioni immediate agli utenti che presentano alterazioni delle funzioni vitali tali da compromettere potenzialmente e gravemente lo stato di salute e non di una diagnosi medica che è certamente fondamentale e necessaria ma che arriverà subito dopo: se serve un intervento in emergenza, prima è necessaria una pronta stabilizzazione con supporto vitale.
Le statistiche affermano che la percentuale di codici 3 e 4 (massima gravità e deceduti – anno 2015) è pari al solo 7% del totale delle emergenze (Analisi dei dati EMUR – Sistema 118 Copertura e Qualità Prime analisi Roma, 15 maggio 2017) e certamente in questi casi ci sarà una squadra con Medico a bordo.
Auspichiamo che anche ai Livornesi si riconosca il diritto di avere la giusta risposta alla specifica domanda nella speranza che non ci si rivolga a loro sempre e solo per minare la fiducia negli Infermieri ma che si inizi a renderli partecipi delle scelte istituzionali condividendo normative e dati scientifici finalizzati alla consapevolezza e non all’allarmismo.
Ordine delle Professioni Infermieristiche di Livorno
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