“Ridate l’assistenza domiciliare a mia figlia”. Questo è il grido di aiuto di una mamma residente nel quartiere San Paolo di Bari.
Alla bimba, protagonista della disavventura generata dalla sanità mostrata, è stata revocata l’assistenza domiciliare, ma non solo.
Nessun ospedale locale si sarebbe reso disponibile ad assistere la piccola nelle frequenti medicazioni alle quali deve regolarmente sottoporsi dopo essere stata sottoposta ad un trapianto.
Pasqua, in meno di 3 anni di vita, ha dovuto attraversare moltissime problematiche di salute: nel mese scorso è stata sottoposta ad un trapianto fecale, il primo del suo genere in Italia.
L’operazione però non è andata a buon fine e presto potrebbe essere necessario effettuare un nuovo tentativo.
Attualmente la piccola è costretta a recarsi frequentemente in ospedale per analisi, esami e controlli di vario genere. Ma il problema principale rimane sempre quello riguardante le medicazione del catetere che le è stato posizionato, che deve essere effettuata almeno una volta alla settimana per ridurre al minimo il rischio di infezioni e trombosi.
Questa medicazione non sarebbe effettuabile in nessuno degli ospedali locali ai quali si è rivolta la mamma Terry, costringendo lei e la sua famiglia a rivolgersi esclusivamente a strutture private in grado di erogare la prestazione a pagamento.
Ma la donna non sembra darsi per vinta, convinta che l’assistenza domiciliare ad una bimba debba essere un diritto inalienabile.
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