Il segretario regionale Urzì: “Accolta la nostra denuncia a tutela della dignità dei lavoratori. Speriamo non sia un fuoco di paglia”.
“Finalmente qualcosa inizia a muoversi a tutela dei lavoratori e dei loro diritti, sanciti dalla contrattazione collettiva! Siamo soddisfatti che la nostra denuncia dello scorso giugno inizi a produrre i primi effetti con l’attivazione delle verifiche da parte degli organi regionali competenti”. Lo dice Carmelo Urzì (foto), segretario regionale di Ugl Sanità, commentando la notizia delle ispezioni disposte dall’assessorato regionale al Lavoro per la verifica del personale con partita Iva assunto all’interno delle aziende ospedaliere e sanitarie siciliane.
“Circa cinque mesi fa – ricorda Urzì – abbiamo avviato questa battaglia, sollecitati da numerosi medici e operatori sanitari a causa del ricorso sempre più massivo, da parte delle aziende pubbliche e private operanti nel campo sanitario, all’assunzione di professionisti a incarico con rapporto di lavoro non subordinato, ma connesso alla prestazione di servizi.
In alcuni casi, nelle strutture private, si è superato il limite del 20% di assunzioni esterne rispetto al numero totale di dipendenti previsti in pianta organica, come contemplato dalla legge n. 39 del 1988, mentre le aziende pubbliche, non avendo limiti imposti, talvolta sono andate ben oltre. Questo ha significato, da una parte, un vero e proprio sfruttamento per i liberi professionisti con partita Iva, costretti a girare da un’azienda all’altra, sottoponendosi a turni massacranti, accettando retribuzioni inferiori a quanto previsto dal contratto; dall’altra il totale blocco delle assunzioni per i lavoratori che non hanno partita Iva e anche, spesso e volentieri, la copertura del turnover dovuto a pensionamenti e la sostituzione delle unità licenziate con personale esterno a contratto.
Un sistema assurdo, che negli anni è proliferato a causa della carenza dei controlli necessari. Per questo auspichiamo che l’avvio di questa nuova e positiva fase non sia solo un fuoco di paglia, ma possa godere di continuità e sempre più attenzione, sia a salvaguardia della dignità dei lavoratori sia per dare impulso a nuovi concorsi per l’immissione di personale strutturato e a tempo indeterminato, vista la carenza più volte lamentata anche da questo sindacato.
Chiediamo altresì, oltre al potenziamento dei controlli, l’urgente riforma della legge, ferma a trent’anni fa. È infatti improcrastinabile la revisione degli standard strutturali e organizzativi delle case di cura private, motivo per cui in Sicilia, al contrario di quanto avviene nel resto d’Italia da molti anni, non è prevista la figura dell’operatore sociosanitario, oltre al fatto che i carichi di lavoro tra dipendenti pubblici e privati sono totalmente diversi a danno di questi ultimi, con un’assistenza all’utenza del tutto inadeguata. Ci auguriamo che, in relazione a ciò, l’assessorato regionale attivi al più presto un osservatorio permanente”.
Redazione Nurse Times
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