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Varese, insulti social alle infermiere: querelati i “leoni da tastiera”

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Varese, insulti social alle infermiere: querelati i “leoni da tastiera”
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Un banale episodio, risalente allo scorso agosto, ha innescato una catena di commenti al veleno su Facebook. L’Ordine provinciale appoggia il ricorso alle vie legali.

Sembrava un episodio banalissimo; ne è scaturito un putiferio. Con tanto di querela. Il fatto incriminato risale all’agosto scorso. Pare che nella sala d’attesa di un ambulatorio varesino, dove c’erano circa sessanta persone, a una persona anziana fosse caduto un foglio e che le infermiere presenti non l’avessero aiutata a raccoglierlo. Di qui l’iniziativa, assunta da uno dei presenti, di scrivere un post al veleno su Facebook, nel quale si precisava che le sanitarie si stavano facendo i fatti loro col telefonino. Nel post campeggiavano la parola “vergogna”, a caratteri maiuscoli, e l’invito a condividere l’indignazione. Invito raccolto da circa 200 persone: una lunga catena di rabbia, corredata da commenti offensivi e denigranti.

La categoria degli infermieri, però, non è rimasta a guardare in silenzio. Anzi, alcuni colleghi hanno deciso di rivolgersi al tribunale per tutelare la propria rispettabilità. Decisione condivisa da Opi Varese, che spiega in un comunicato: “Il diritto alla comunicazione deve tenere presente le regole che la vita quotidiana già prevede: onestà, trasparenza, veridicità, rispetto, educazione… In un recentissimo pronunciamento la Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche e tutti gli Ordini provinciali hanno decretato che ‘Se i mezzi di comunicazione ci danno oggi la libertà di parola su ogni argomento e in ogni contesto, questo non significa che tale libertà sia esente da conseguenze anche disciplinari’… Oggi ci troviamo di fronte a un nuovo fenomeno, quello dei così ironicamente detti ‘leoni da tastiera’, per la modalità aggressiva e violenta, ma a distanza di sicurezza dal confronto reale tra persone mature e nell’illusione di una invulnerabilità che solo la testiera può dare. L’Ordine delle professioni infermieristiche di Varese ha supportato un gruppo di colleghe vittime di aggressione mediatica, che hanno presentato querela contro chi si è permesso in prima persona, ma anche a tutti coloro che hanno commentato e condiviso il post, di infangare il nome e la professionalità di chi quotidianamente lotta al fianco delle persone ammalate con dedizione e competenza”.

È lo stesso presidente dell’Opi, Aurelio Filippini, ad assicurare sostegno e supporto per tutta la durata del procedimento: “È una situazione limite, a cui però occorre dare risposta netta. Anche perché, nella realtà, la figura dell’infermiere gode di grande attenzione e riguardo. Siamo quelli sempre presenti, che sanno ascoltare e confortare, facciamo da mediatori con i medici e spesso svolgiamo attività pratiche. È tempo che si cominci a porre attenzione sul valore del proprio comportamento sui social. Come Federazione, vogliamo diffondere tra i colleghi la cultura digitale, insegnare a gestire il proprio profilo, che ha anche una responsabilità sociale e professionale ulteriore rispetto alla propria sfera privata. Qualsiasi cosa uno scriva viene identificata anche con il suo ambiente di lavoro e lo qualifica, se è indicato specificamente. Ci vogliono attenzione e cura nel mantenere il decoro. Ormai, però, la deriva è così andata oltre che non si può più far finta di nulla. Noi chiediamo che si rispetti la dignità nel nostro lavoro”.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.varesenews.it

 

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