Un terribile incidente avrebbe potuto costare molto caro ad un paziente trasportato in codice rosso ed al personale a bordo di un’ambulanza.
I fatti sono accaduto a Bari, in via Trisorio Liuzzi. Il mezzo di soccorso stava proseguendo a sirene spiegate quando si è scontrato con un automobile che stava attraversando un incrocio.
“Ho sentito l’autista urlare e subito dopo un boato, l’ambulanza ha iniziato a ondeggiare e si è ribaltata sul lato destro, si è messa a girare come una giostra, avrà strisciato una settantina di metri”, spiega Francesco Menolascina, infermiere a bordo del mezzo del 118 rimasto coinvolto nello schianto accaduto ieri.
“Tramite lo sportellone dell’autista – racconta – siamo subito usciti dall’abitacolo, perché con la bombola dell’ossigeno a bordo il rischio di incendio è altissimo. Acciaccati come eravamo, abbiamo estricato il paziente che trasportavamo; in 14 anni di servizio è stata l’operazione più complessa che abbia mai fatto”.
“Solo quando abbiamo consegnato il paziente ai colleghi dell’ambulanza arrivata dal pediatrico, solo allora ci siamo fermati a ricevere i soccorsi, stesi a terra per i dolori. Guardavo l’ambulanza e non credevo ai miei occhi” commenta l’infermiere, tirando un sospiro di sollievo.
Avrebbe potuto concludersi in una maniera notevolmente peggiore, considerando i costanti pericoli. Ed è proprio per questo motivo che molti operatori del settore portano avanti la loro battaglia per il riconoscimento dell’indennità di rischio.
“Ogni giorno rischiamo di morire, questo lavoro lo fa solo chi lo ama e chi ha la passione”.
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