Il presidente Anelli al Governo: “Accogliere le persone in difficoltà non è un sintomo di debolezza politica, ma di tutela dei diritti inviolabili dell’uomo”.
La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha lanciato un appello ai ministri Grillo e Salvini perché diano ai medici indicazioni per poter continuare a curare, nel rispetto della Legge sulla Sicurezza, tutte le persone presenti sul territorio italiano, anche se “irregolari”.
“I medici vogliono e devono applicare le Leggi dello Stato – spiega Filippo Anelli (foto), il presidente Fnomceo –. Ci appelliamo ai ministri della Salute e dell’Interno affinché emanino direttive che chiariscano come contemperare le legittime esigenze di sicurezza dei cittadini con il dettato costituzionale e del Codice deontologico che ci impongono di curare tutti. Accogliere le persone in difficoltà non è un sintomo di debolezza politica, ma di tutela forte dei diritti inviolabili dell’uomo, sanciti dall’articolo 2 della Costituzione, tra i quali quello alla salute, individuale e collettiva, di cui all’articolo 32. Accoglienza alla quale il medico è tenuto anche dal rispetto del Codice deontologico, che gli impone come missione, prima ancora che come dovere, quella di andare verso il prossimo, curando i fragili, gli ultimi, gli emarginati, e di restituire loro dignità attraverso la cura”.
Prosegue Anelli: “La sicurezza, che giustamente sta così a cuore a questo Governo, non può prescindere, per quanto riguarda la tutela della salute, da una straordinaria attenzione nei confronti dei soggetti più deboli. Attenzione che ne è anzi presupposto essenziale, per escludere i rischi legati all’instaurarsi di percorsi di cura clandestini o quelli legati alla mancata prevenzione e cura di malattie trasmissibili. Siamo certi che il Governo saprà evitare questi rischi, garantendo sicurezza vera ai cittadini e tutelando la salute di tutti. Attendiamo quindi una circolare applicativa in tal senso, che silenzi tutti i possibili conflitti tra l’obbedienza alla legge e i principi, di scienza e coscienza, del Codice deontologico”.
Giuseppe Papagni
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