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Piemonte, l’ambulatorio delle non urgenze diventa realtà

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Piemonte, il laboratorio delle non urgenze diventa realtà
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Sarà affiancato al Pronto soccorso e prenderà in carico i codici bianchi.

Di recente la Regione Piemonte e le rappresentanze sindacali dei medici di Medicina generale (Fimmg, Snami, Smi) hanno sottoscritto un accordo per l’attivazione di un ambulatorio che affianchi i Pronto soccorso e si faccia carico dei pazienti non gravi. L’intento è quello di evitare l’intasamento dei reparti di emergenza, spesso presi d’assalto dai codici bianchi. Insomma, si punta a ridurre gli accessi inappropriati, ma anche il ricorso all’intervento specialistico, fornendo comunque una risposta assistenziale adeguata.

Nell’ambulatorio delle non urgenze (questo il suo nome), separato dai locali del Pronto soccorso, opererà un medico di Medicina generale (medico di famiglia o di continuità assistenziale). Saranno presi in carico tutti i pazienti già sottoposti a triage nel Pronto soccorso e classificati come codici bianchi, quindi con minore priorità. A quel punto, il medico eseguirà la visita e potrà confermare la non urgenza del caso, affidando il paziente al medico curante. Se poi la visita basterà a risolvere il problema, il paziente sarà dimesso, senza bisogno di ulteriori accertamenti.

Ma il sanitario presente nell’ambulatorio avrà anche facoltà di modificare il codice di triage, giudicandolo di priorità maggiore, e allora il paziente tornerà al Pronto soccorso. Stessa cosa farà qualora ravvisi la necessità di esami o consulenze urgenti.

Il medico lavorerà in piena autonomia professionale: visiterà il paziente e, al contempo, lo educherà sul ricorso appropriato alle strutture del Ssn. Infine potrà fornire prestazioni aggiuntive “finalizzate a un minor ricorso all’intervento specialistico”, come precisa l’accordo. Per tali prestazioni riceverà un compenso ulteriore, in aggiunta a quello orario spettante.

Al medico sarà fornito un ricettario Ssn e le credenziali per l’emissione della ricetta elettronica. Potrà dunque effettuare le prescrizioni farmaceutiche necessarie a una terapia non differibile, ma non potrà prescrivere esami o consulenze, che saranno invece affidate alla discrezionalità del medico curante, a cui il paziente sarà eventualmente invitato a rivolgersi.

Redazione Nurse Times

 

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