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Sardegna, compensi in ritardo: infermieri minacciano di fermare l’elisoccorso

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Sardegna, compensi in ritardo: gli infermieri minacciano di fermare l’elisoccorso
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Nursing Up parla di “gravi inadempienze contrattuali”. La replica dell’Ats: “Stiamo provvedendo”.

Turbolenze all’orizzonte sul fronte Areus in Sardegna: dopo un anno circa dal taglio del nastro, gli elicotteri rischiano di restare a terra. «Ci troviamo davanti a gravi inadempienze contrattuali. Se il personale infermieristico non riceverà i soldi dovuti non presterà più servizio». L’annuncio parte dal sindacato Nursing Up, che promette battaglia.

«Parliamo di lavoratori disillusi dalle promesse non mantenute di ricevere il giusto compenso per le prestazioni fornite – spiega il dirigente territoriale Diego Murracino, di infermieri che non hanno ricevuto i rimborsi delle spese anticipate per il viaggio e sostentamento durante la formazione in Lombardia, e di altri con un debito orario nelle aziende di appartenenza, perché non vengono conteggiate le ore di formazione obbligatoria. Abbiamo a che fare con un’azienda pubblica dove il direttore generale riceve regolarmente lo stipendio, contrariamente agli operatori che garantiscono i soccorsi».

Parliamo di 22 operatori nella base di Olbia, dodici di Cagliari e dieci di Alghero, per un totale di 44 infermieri (e altrettanti medici), che di fatto danno ali a un servizio atteso da anni. Ma di numeri ce ne sono anche altri: gli arretrati. «Il sindacato – dice Murraccino – chiede ai direttori generali di provvedere entro il mese in corso alla remunerazione di tutte le spettanze a favore degli infermieri. In caso contrario, promuoveremo un’assemblea di tutti i lavoratori per valutare l’ipotesi di lasciare a terra l’elisoccorso».

La replica è immediata e arriva dall’azienda unica Ats: «Con la mensilità di febbraio saranno pagate le parti dello stipendio già validate dall’Areus, (sino a settembre 2018). L’Areus ha verificato e sta trasmettendo alle Aziende sanitarie regionali gli importi relativi all’attività dell’ultimo trimestre dello scorso anno, affinché procedano a liquidare le spettanze residue con la mensilità di marzo. Trattandosi di un servizio innovativo e sperimentale (almeno nella fase iniziale), richiede collaborazione da parte di tutte le aziende sanitarie, ed è fisiologico che possano esserci problemi organizzativi o una dilatazione dei tempi di pagamento».

Redazione Nurse Times

Fonte: L’Unione Sarda

 

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