I messaggi dell’Oms in occasione del World Hearing Day e i dati di Passi d’Argento.
“Controlla il tuo udito” (“Check your hearing”) è lo slogan dell’edizione 2019 della Giornata mondiale dell’udito, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), celebrata ieri, 3 marzo. L’intento della ricorrenza è richiamare l’attenzione sull’importanza di identificare precocemente un’eventuale perdita dell’udito e intervenire in tempi brevi. Molte sono infatti le persone che vivono con un abbassamento dell’udito non identificato, mentre controllarsi è il primo passo per affrontare il problema.
I messaggi chiave dell’Oms per il World Hearing Day
Secondo l’Oms, oltre il 5% della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, ha una riduzione dell’udito che incide sulla qualità della vita. Le stime indicano che entro il 2050 oltre 900 milioni di persone (ovvero 1 su 10) avrà una perdita uditiva disabilitante. La metà di tutti i casi di ipoacusia può essere prevenuta, attraverso misure di sanità pubblica. Per questo, in occasione del World Hearing Day, l’Oms ha lanciato questi messaggi:
- Tutte le persone dovrebbero controllare di tanto in tanto l’udito, specialmente quelli che sono a più alto rischio, come gli adulti sopra i 50 anni, quelli che lavorano in luoghi rumorosi, quelli che ascoltano musica ad alto volume per lunghi periodi di tempo e quelli che hanno già problemi all’orecchio.
- I servizi per l’identificazione e l’intervento precoce su patologie all’orecchio dovrebbero essere resi disponibili attraverso il sistema sanitario.
Le iniziative in Italia
In Italia, in occasione della giornata, “Nonno Ascoltami! – Udito Italia Onlus”, con il sostegno del ministero della Salute, ha promosso per il 1° marzo la “IV Giornata dell’udito”, un momento di studio con i maggiori esperti del settore, a confronto sulle gravi patologie del nostro orecchio per mettere a punto strategie di sensibilizzazione e prevenzione. In contemporanea all’evento, il professor Gaetano Paludetti, ordinario di Otorinolaringoiatria all’Università Cattolica e direttore dell’Area testa-collo della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS, insieme alla sua equipe, ha effettuato controlli gratuiti dell’udito ai dipendenti del ministero della Salute.
I problemi di udito tra gli anziani, i dati di Passi d’Argento
La sorveglianza di popolazione dell’Istuto superiore di sanità, Passi d’Argento, dedicata alla popolazione anziana (ultra 64enne) raccoglie informazioni su salute percepita, fattori di rischio comportamentali e su alcune condizioni peculiari degli anziani. Tra i temi indagati ci sono anche i problemi sensoriali di masticazione, vista e udito, che condizionano la qualità di vita dell’anziano, inducendo spesso problematiche connesse all’isolamento e alla depressione.
Dagli ultimi dati disponibili in Passi d’Argento, riferiti al biennio 2016-2017, fra gli ultra64enni residenti in Italia, complessivamente il 20% riferisce un deficit dell’udito (il 5% supera questa difficoltà facendo ricorso all’apparecchio acustico, mentre il 14% non fa ricorso ad alcun ausilio). Questa quota, che non sembra mostrare differenze di genere significative, aumenta all’avanzare dell’età e raggiunge il 45% fra gli ultra 84enni, ma tre quarti di loro non corregge questo difetto in alcun modo. La differenza tra Nord-Sud è significativa e a sfavore delle Regioni meridionali, dove è maggiore la prevalenza di deficit uditivi (24% del Sud vs 16% del Nord) e minore il ricorso all’apparecchio acustico.
Il deficit uditivo è più frequente tra le persone con livello di istruzione più basso e condizioni economiche peggiori, mentre il ricorso all’apparecchio acustico va nel senso opposto ed è più frequente tra le persone più avvantaggiate. La prevalenza di problemi nell’udito è più alta tra coloro che riferiscono molte difficoltà economiche (29%) rispetto a coloro che non ne hanno (16%). Tuttavia, tra primi, solo 2 persone su 10 correggono il difetto con un apparecchio acustico, mentre tra le persone senza difficoltà economiche il ricorso all’apparecchio acustico riguarda 3 persone su 10. Tra le persone con basso livello di istruzione, che hanno la licenza elementare, la prevalenza di deficit uditivo è più alta (25%) rispetto a quanto si osserva tra le persone con titolo di studio più alto (14%). Tuttavia il ricorso all’ausilio è meno frequente tra le persone meno istruite.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.salute.gov.it
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