La carenza di personale specializzato dipendente del sistema sanitario nazionale ha assunto ormai proporzioni colossali.
A lanciare l’allarme, proponendo la propria strategia risolutiva, è anche l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
“Rischiamo di non avere medici, infermieri, tecnici di laboratorio in numero adeguato per rispondere alle necessità di programmazione.
L’imminente numero di pensionamenti in arrivo nei prossimi mesi ha destato grandi preoccupazioni nella Lorenzin:
«Le previsioni e le simulazioni fatte con “Quota 100” accelerano un problema di approvvigionamento che non è soltanto quantitativo ma anche qualitativo. Il problema del medico o dell’infermiere è che quando entra in servizio ha bisogno anche di un passaggio di consegne. C’è una parte di sapere che si trasmette. La professione medica ha dietro ovviamente la conoscenza ma anche una parte artigianale.»
Il grandissimo problema analizzato dalla deputata è quello delle specializzazioni: il restringimento dei fondi al MIUR sarebbe il principale colpevole.
“Abbiamo laureato abbastanza medici rispetto a quelli che erano i fabbisogni. Ma se poi da qui alla specializzazione tu crei dei buchi, questi buchi te li porti avanti insieme al blocco del turnover che ha riguardato in modo particolare le regioni del sud, per cui si è trattato il tema dell’approvvigionamento dei fabbisogni sanitari come se fosse il tema delle poste o dei forestali.”
Anche la fuga di cervelli verso l’estero andrebbe in qualche modo arrestata:
“Occorre fare delle politiche di ri-reclutamento per i medici e gli infermieri che sono andati all’estero.”
Ma non di minore importanza sarebbe la questione degli stipendi, tra i più bassi di Europa:
“Il problema principale è il salario. Se un medico in Italia guadagna 80.000 euro all’anno ed in Germania ne guadagna 320.000. Ma quanto spendiamo per formare un medico? Tra le 400 e le 500.000 euro.
Beatrice Lorenzin avrebbe anche una soluzione alternativa, in risposta alla decisione di richiamare i medici in pensione, già adottata da quattro regioni italiani.
“Non c’è bisogno di richiamare i medici in pensione. Se io ti formo e ti do accesso ad una professione come la nostra, cioè medico, gratis, e sei il top eccellenza, potrei anche immaginare che tu, quando c’è bisogno in alcune aree, ci debba andare. Quando ci sono i concorsi nelle aree di montagna o nelle aree rurali, nessuno ci vuole andare…”
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