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Lazio, raddoppio dei guadagni per i medici a gettone “importati” dalla Campania

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Puglia, stop da Palazzo Chigi alla norma sull’assunzione di medici convenzionati
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La Regione chiama i camici bianchi da fuori per tamponare la carenza interna. Anestesia e Rianimazione i settori in maggiore sofferenza.

Mentre Marche e Veneto hanno deciso di richiamare in servizio i pensionati, il Lazio già “importa” i camici bianchi a gettone dalla Campania per cercare di tamponare l’emorragia di medici. Attraverso una convenzione con l’Asl Caserta per prestazioni in varie discipline presso i presidi ospedalieri dell’Asl Frosinone”, infatti, procede “all’acquisto di prestazioni aggiuntive di medici di Anestesia e Rianimazione”: 1.458 ore diurne e 144 notturne per un conto di 93.240 euro (un anestesista ha incassato 50.640 euro in otto mesi, pari a 6.330 euro lordi al mese, in aggiunta al suo stipendio campano). Altri 88.320 euro sono stati erogati ai cardiologi, per un totale di 181 mila euro.

Perché la convenzione prevede “60 euro per ore diurne dalle 8 alle 20 e 480 euro per ogni turno di guardia medica notturna di 12 ore dalle 20 alle 8”. Inoltre, “al personale che offrirà la consulenza a Frosinone è corrisposta l’indennità di rimborso spese di viaggio”. Eppure proprio la Campania è la Regione con il minor numero di operatori sanitari in rapporto alla popolazione residente: 78 ogni 10mila residenti (la media nazionale è di 122). Ma il Lazio è a un’incollatura, con un solo operatore in più: 79 ogni 10mila residenti. E sono sempre queste due regioni a risultare sul mesto podio di quelle che, negli ultimi 10 anni, hanno perduto più operatori sanitari: Lazio, Campania e Molise hanno subito un calo del personale rispettivamente del 20%, 22,4% e 26,30%, come evidenzia il documento appena pubblicato dalla Ragioneria generale dello Stato.

In tutta Italia «la disciplina di Anestesia e Rianimazione oggi è tra quelle in maggiore sofferenza: esiste una carenza stimata di circa 4mila medici specialisti, necessari a completare gli organici in funzione dei servizi richiesti dalle Regioni», denuncia Alessandro Vergallo, presidente dell’Aaroi-Emac.

Nel Lazio, entro i prossimi sei anni, «ci saranno carenze nelle singole branche che riguarderanno la Medicina dell’emergenza urgenza con 544 specialisti; più contenute per Medicina interna (40 unità), Patologia clinica e Biochimica clinica (53 unità), Pediatria (42 unità) e Psichiatria (48 unità)», avverte il sindacato medico Anaao, che aggiunge: «Riguardo al fabbisogno regionale, se il ministero seguisse le indicazioni della Regione Lazio, si creerebbe un deficit al 2025 nelle branche, oltre a quelle già riportate, di Anestesia e rianimazione (212 unità mancanti), Chirurgia generale (293), Cardiologia (119), Medicina interna (250). La Regione Lazio non finanzia neppure un contratto regionale, quando invece sarebbe utile aiutare le poche branche specialistiche in difficoltà».

Nell’Asl Roma 5 la carenza di specialisti, lo scorso anno, ha comportato un costo complessivo dei gettoni erogati pari a 1.300.000 euro per le prestazioni aggiuntive di anestesisti, chirurghi, radiologi, pediatri e medici d’urgenza. Quest’anno il conto presunto già sfiora i 2 milioni di euro, sommando i preventivi presentati dai quattro settori più sguarniti: Pronto soccorso, Chirurgia, Anestesia – Terapia intensiva e Nefrologia-Dialisi.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Tempo

 

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