Emergono nuovi particolari sul sistema di favoritismi che truccava le prove per l’assunzione all’Azienda ospedaliera di Perugia.
In una pen drive conservava il file con le graduatorie del concorso per infermieri in cui aveva modificato i punteggi per i candidati raccomandati dai politici, attraverso i direttori Emilio Duca e Maurizio Valorosi (foto). Stando all’analisi preliminare dei consulenti informatici della Procura, addirittura Patrizia Borghesi, presidente della commissione per il concorso stesso, avrebbe evidenziato con differenti colori quelli da far passare o quelli con le “segnalazioni convergenti”.
“Una legenda di colori per ciascun segnalante”: in pratica, una tabella del raccomandato. Segnalati col rosso e il codice “Lu” 40 candidati, tra cui i due “per cui Duca deve portare le tracce in consiglio regionale” all’allora assessore Luca Barberini, ora libero. Ovvero gli stessi per cui vennero artatamente “gonfiati” i punteggi, facendoli rientrare entro il 309esimo posto.
“I punteggi della prova dei raccomandati – scrive la Finanza nell’ultima annotazione consegnata in Procura lunedì mattina – ‘risultano’ incrementarti fino a 5 punti (in un caso anche 20) rispetto al punteggio effettivamente conseguito. A ciò occorre aggiungere che gli stessi candidati avevano beneficiato della preventiva consegna delle domande”. Come emerge dall’intercettazione tra Duca e Valorosi del 30 gennaio 2018: «Io dopo fò un salto… in Consiglio… Gli porto su le domande, se no questo come fa?».
Il successivo 13 febbraio è Barberini a chiamare Valorosi: «Senti, ma… quella cosa che avevo detto… Duca a te, Duca alla Carnio, eccetera… Sta andando avanti, sì? L’avete vista, sì? Tutto a posto? … Secondo quell’ordine, insomma, di priorità». E il giorno dopo Valorosi riferisce a Duca: «Mi ha chiamato ieri. Mi ha detto Luca: “Quella pratica con Duca l’avete guardata? Quella degli infermieri».
Borghesi, interrogata, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Come pure Gabriella Carnio, uno dei commissari che ha fatto appello al Riesame contro la misura interdittiva. Davanti al gip aveva scelto la strada del silenzio. È un dirigente medico dell’Azienda ospedaliera di Perugia, sentito solo come testimone, a raccontare delle pressioni. «In più occasioni la dottoressa Carnio si è sfogata con me, evidenziando le continue pressioni che riceveva nell’ambito delle procedure concorsuali di cui lei era responsabile».
Sollecitazioni «politiche» anche a Duca. Per svariate procedure «e su come l’Azienda gestiva le gare d’appalto». La testimone ha ricordato il caso di un’anestesista sponsorizzata: «Altri candidati erano più idonei, e alcuni colleghi a conoscenza della prova d’esame la ritennero scandalosa». Sentiti dalla Finanza, i due candidati al concorso per infermieri che avrebbero ricevuto le tracce tramite Barberini hanno negato.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Nazione
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