L’accusa riguarda alcuni casi riscontrati in Friuli e Veneto tra il 2009 e il 2016. Lei si professa innocente.
È accusata di aver simulato le vaccinazioni ad alcuni bambini tra il 2009 e il 2016, prima nel Medio Friuli, a Codroipo, San Daniele e Udine, poi nell’Usl 2 di Treviso. Ma Emanuela Petrillo, assistente sanitaria di 32 anni, continua a ribadire di aver «eseguito in maniera corretta le vaccinazioni», nonostante sia arrivato il rinvio a giudizio con le ipotesi di reato di peculato, omissione d’atti d’ufficio e falsità in certificati.
I primi sospetti sulla regolarità delle somministrazioni erano sorti a Treviso nella primavera del 2017. Le aziende sanitarie avevano avviato una task force, effettuando controlli su un campione di bambini sottoposti alla profilassi con l’indagata e richiamandone migliaia per nuove vaccinazioni. Fu aperta un’inchiesta e la Procura di Udine dispose altri prelievi su un campione rappresentativo. Le analisi, eseguite in incidente probatorio, avrebbero fatto emergere un’elevata percentuale di scopertura vaccinale. Ma «il campione è molto limitato», è sempre stata l’obiezione della difesa della donna accusata, che aveva chiesto il proscioglimento dell’assistente sanitaria. Alla richiesta di rinvio a giudizio del pm Claudia Danelon si sono associati in aula i legali delle parti civili finora costituite.
Le aziende sanitarie hanno quantificato finora i danni in circa 700mila euro per l’Aas 3 Alto Friuli, 130mila euro per l’Asuiud e 300mila euro per l’Usl 2 di Treviso. Al momento, si precisa, “una sola famiglia ha chiesto il risarcimento economico per il mancato guadagno dei genitori che hanno dovuto assistere un bambino che ha contratto il morbillo”. Alcuni legali di parte civile hanno chiesto anche che «le tre aziende sanitarie siano chiamate a rispondere dei danni in veste di responsabili civili per l’operato della loro dipendente». Il processo comincerà il 24 settembre davanti al Tribunale di Udine.
Redazione Nurse Times
Fonte: Quotidiano Nazionale
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