Per Annalisa Tardio la vita è diventata un inferno: “Qualcuno pensa che ci sia io dietro l’esposto anonimo dal quale sono partite le indagini. Ormai non dormo più a casa mia”.
Da una settimana a questa parte, la vita di Annalisa Tardio, dipendente della Asl Foggia, è diventata un inferno. Da quando, cioè, è scoppiato lo scandalo assenteismo all’ospedale di San Severo, con conseguente arresto di otto dipendenti Asl (tutti ai domiciliari, poi revocati). L’accusa, con diversi profili di responsabilità, è di truffa ai danni di ente pubblico. Ma non per Tardio, la cui posizione è risultata regolare. Per lei i problemi sono di altra natura: dagli insulti per strada si è passati alle minacce di morte, arrivate direttamente a casa, nel cuore della notte, attraverso il citofono.
“Evidentemente qualcuno pensa che possa esserci io dietro l’esposto anonimo dal quale sono partite le indagini – spiega la donna –. Ho lavorato in quell’ufficio (Rilevazioni presenze e assenze, ndr) fino a due anni fa, ma di questa storia non ne sapevo niente. Non potevo sapere, né avere contezza dei fatti, sia perché relativi a personale dipendente in carico ad altri dipendenti addetti all’ufficio, sia perché non avrei potuto avere cognizione dei loro movimenti e dei loro spostamenti, giacché ero fisicamente lontana dai luoghi di lavoro e di marcatempo dei dipendenti indagati”.
Tardio, che da due anni presta servizio al Sian (Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione), dice di avere paura: “Ormai non dormo più a casa mia. Qualche pomeriggio fa mi hanno raggiunto per strada con uno scooter e mi hanno insultato: ‘Infamona! Ti è piaciuto andare dalla Finanza?’. Poi mi hanno citofonato nel cuore della notte. Erano le 2:30 quando una voce maschile mi ha detto: ‘Devi morire! Devi fare una brutta fine!’ È diventato un mondo bruttissimo. Ti mettono nelle condizioni di andare via”. La vicenda è all’attenzione di magistratura e forze dell’ordine.
Redazione Nurse times
Fonte: www.foggiatoday.it
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