Proponiamo un contributo della nostra collaboratrice Morena Allovisio.
Lo studio interpretativo della pratica infermieristica fornisce nuove informazioni su come i clinici esperti utilizzano il giudizio clinico nella loro pratica quotidiana. Attraverso l’interpretazione di interviste narrative può essere spiegato come il giudizio clinico degli infermieri esperti è molto diverso dal solito pensiero che ha dominato la cultura accademica del nursing per più di 30 anni. In particolare: il giudizio clinico di infermieri esperti assomiglia molto di più al ragionamento pratico, coinvolto, descritto in primo luogo da Aristotele, piuttosto che al ragionamento disimpegnato, scientifico o teorico, promosso dai teorici cognitivi e rappresentato nel processo del nursing.
Gli infermieri esperti cercano di capire l’esperienza di una persona con una malattia e la sua risposta a essa non attraverso l’etichettatura astratta delle diagnosi infermieristiche, ma attraverso la conoscenza del paziente in particolare, i suoi modi di risposta, la sua storia e il modo in cui la malattia ha influenzato la sua vita, nonché attraverso la conoscenza clinica avanzata, che è maturata dall’esperienza con persone in condizioni simili. Questa conoscenza clinica, acquisita con l’esperienza, sensibilizza l’infermiere nei confronti di possibili questioni e problemi in particolari situazioni.
La maggior parte delle ricerche sul giudizio clinico e sull’approccio educativo per migliorarlo sono focalizzate sul fatto che sia deliberativo, consapevole e analitico. Qualcuno, senza dubbio, potrebbe sostenere che non sia giudizio clinico ciò che non abbia queste caratteristiche. Nel nursing, si sono usati il clinical decision making, il processo infermieristico, il problem solving e, più recentemente, il pensiero critico come termini interscambiabili, riferendosi allo stesso fenomeno.
Questo linguaggio mostra e modella la comprensione, orienta a vedere il giudizio clinico come razionale e diretto solo alla risoluzione dei problemi e alla definizione degli scopi. Per chi ha dimestichezza con la letteratura, questi termini sono utilizzati anche nelle teorie. Per esempio, nella letteratura teorica decisionale, il decision making è utilizzato per una selezione razionale delle alternative da un insieme di possibilità che si escludono a vicenda. La selezione è basata su valori associati a ogni possibile risultato, nonché alla probabilità che un risultato possa verificarsi in base al corso delle azioni.
Alcuni autori hanno voluto, con il loro pensiero, aprire una nuova possibilità di visione circa il giudizio clinico nell’ambito dell’esercizio della professione da parte di infermieri esperti, partecipando agli aspetti inconsci, non analitici del giudizio. Gli autori usano la definizione di giudizio clinico come modi in cui le infermiere giungono a capire i problemi, le situazioni o i problemi dei pazienti/clienti, per ottenere informazioni salienti e per rispondere in modo coinvolto e interessato.
Nella comprensione dell’espressione “giudizio clinico” utilizzano sia la deliberata, consapevole decision-making, caratteristica di una performance competente, sia la discriminazione olistica e la risposta intuitiva tipica di una performance esperta. Per comprendere meglio il significato del clinical judgment gli autori introducono alcuni tipici esempi della pratica di infermieri a livello esperto, mettendo in evidenza diversi aspetti del loro giudizio clinico e descrivendo come questi stessi aspetti siano stati trascurati o travisati dai modelli tecnici-razionali del giudizio clinico.
Inoltre gli autori cercheranno di esaminare in dettaglio il significato del ragionamento pratico, come si collega al giudizio clinico, ed esploreranno alternative ai modelli di trattamento diagnostico della pratica infermieristica. Essi non vogliono fornire una teoria completa o un modello di giudizio clinico, ma piuttosto focalizzare alcuni significanti aspetti derivati dalla pratica esperta. Credono che scoprire le supposizioni del modello razionale-tecnico e rivelare vari aspetti del giudizio clinico possa fornire nuove possibilità per le pratiche di educazione.
Morena Allovisio
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