Dosaggio e somministrazione dei farmaci agli anziani ricoverati in case di cura spetta solo al personale infermieristico
A fare chiarezza su ciò che la legge ha sempre ribadito è stato un comunicato dell’Ausl della Romagna, in seguito alle molte segnalazioni ricevute da Operatori Socio Sanitari obbligati a somministrare farmaci nelle strutture private in base a fantasiose procedure, per lo più verbali, realizzate da datori di lavoro e responsabili di struttura che badano maggiormente al mero guadagno economico infischiandosene delle leggi e del “bene del paziente”.
“L’attività di prelievo del farmaco dal blister ed il dosaggio di farmaci, anche complessi, nelle case di assistenza è di esclusiva competenza del personale infermieristico.”
Questo è quanto stato chiarito dall’Ausl al termine di una serie di incontri in Prefettura. Sulla questione sono intervenuti anche i sindacati Fp Cgil, Fisascat Cisl Romagna e Uil Fpl:
“Stiamo sempre più frequentemente assistendo nel nostro territorio alla nascita di strutture assistenziali private, in cui vengono ricoverati i nostri “nonni”, che richiedono agli operatori socio sanitari di agire in maniera non conforme alle leggi ed ai profili professionali”.
“Viene spesso loro richiesto di dosare e somministrare, senza averne né titolo né competenze per farlo, farmaci agli ospiti ricoverati, tale compito è del personale infermieristico”, viene rimarcato, aggiungendo come “non sia possibile speculare sull’incolumità dell’ospite, paragonando l’anziano ad una “merce” svendibile, scaricando responsabilità sull’esecutore, ovvero l’operatore socio sanitario.
E’ di questi giorni una conquista di dignità del lavoro conseguentemente ad una vertenza in Prefettura di Forlì-Cesena, dove dopo due incontri con gli avvocati e la proprietà di una cooperativa, è stato chiarito dall’Ausl che l’attività di “prelievo del farmaco dal blister ed il dosaggio di farmaci anche complessi è di esclusiva competenza del personale infermieristico“.
E’ stata pertanto delineata una corretta applicazione dei profili professionali riconosciuti dal contratto collettivo nazionale del lavoro sottoscritto dai sindacati del settore, anche a favore e tutela dell’anziano”.
Concludono Fp Cgil, Fisascat Cisl Romagna e Uil Fpl: “Riteniamo che le sempre più frequenti politiche e logiche di mercato e profitto debbano essere bloccate da coloro che hanno la diretta competenza sulla tutela della salute pubblica, come sancito dalla nostra Carta Costituzionale. L’anziano non può essere abbandonato! I lavoratori devono poter svolgere le proprie competenze tutelando “i nostri anziani.”
Staremo a vedere ora quale escamotage troveranno i titolari di molte case di cura private per poter risparmiare sul costo del professionista infermiere, magari inventandosi improbabili autosomministrazioni di pazienti in stato comatoso o di persone non orientate nello spazio e nel tempo, come accade già ora in moltissime realtà italiane.
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