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Nursing Up: “Lavori bloccati alla Commissione paritetica sull’ordinamento professionale: è sabotaggio”

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Nursing Up a Proia (Aran): “I percorsi di carriera degli infermieri siano analoghi a quelli dei medici”
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a cura del sindacato infermieristico presieduto da Antonio De Palma (foto).

Lavori bloccati alla Commissione paritetica sull’ordinamento professionale degli infermieri: la seduta che si doveva tenere in Aran il 22 luglio prossimo non è ancora convocata ufficialmente. Sembra sia stata rimandata perché è in ballo il contratto dei medici. Vanno così in fumo le speranze dei professionisti sanitari che aspettano da lungo tempo il riconoscimento e la valorizzazione che spettano loro di diritto. Lo denuncia il sindacato degli infermieri Nursing Up in una nota.

L’organismo, che avrebbe dovuto essere istituito presso l’Aran entro trenta giorni dalla sottoscrizione del contratto, datata 21 maggio 2018, è previsto dall’articolo 12 del Ccnl relativo al personale del comparto sanità (triennio 2016-2018). Nursing Up, unico sindacato di categoria presente in Commissione, ha partecipato ai primi incontri interlocutori per salvaguardare i diritti degli infermieri italiani e lottare affinché venisse scritta una nuova importante pagina nella trentennale storia verso la valorizzazione professionale.

Ora assistiamo invece a un brusco stop e intendiamo informarne gli organi di stampa. Ci è giunta voce che i lavori della Commissione paritetica, previsti per il 22 luglio, data concordata nell’ultima seduta con il placet dei sindacati presenti, sono stati sospesi. Sottolineiamo oltretutto che ad oggi la Commissione, ormai insediata da tempo in Aran, non ha prodotto alcun tipo di attività concreta sulle tematiche oggetto del contratto. Temiamo che a monte di tutto questo ci sia la volontà di sabotare l’avvio concreto dei lavori e ci chiediamo chi ha interesse che la Commissione non adempia al proprio mandato contrattuale.

Di fatto la Commissione avrebbe dovuto essere costituita subito dopo la data di sottoscrizione del Ccnl e avrebbe dovuto terminare i lavori nel mese di luglio 2018. In ogni caso, chiunque pensi di poter prendere in giro gli infermieri, sbaglia, perché a settembre, in assenza di convocazione, noi ci riserviamo di organizzare delle forme di protesta e di attivare tutte le iniziative del caso.

Siamo ben consapevoli che i lavori della Commissione rappresentano uno strumento semplice e oggettivo per far comprendere all’esterno quali sono le reali volontà e le richieste di chi vi partecipa in rappresentanza dei lavoratori. Ci chiediamo se il fatto di procrastinare le sedute e non pianificare un calendario delle riunioni per dare concretezza alle attività che l’organismo deve svolgere non possa essere il risultato di qualche oscura regia, atta a rallentare i lavori per non assumersi la responsabilità di dire ai professionisti sanitari che c’è chi non è d’accordo con la loro progressione. Cosa che invece noi chiediamo da tempo.

Le domande sono le seguenti. Chi vuole bloccare i lavori della Commissione? Quale interesse avrebbe l’Aran nel rallentarli? Per qualcuno è meglio sostenere che la Commissione non può lavorare, anziché mettersi in gioco, esponendo ai professionisti le proprie proposte, o forse tali proposte non sono propriamente quelle che i professionisti sanitari si aspettano? Invitiamo questa gente a uscire allo scoperto una volta per tutte. Se c’è chi non desidera appoggiare le professioni sanitarie affinché ottengano il giusto riconoscimento, lo dichiari. E se qualcuno pensa di tramare nell’ombra a danno degli infermieri italiani, noi di Nursing Up presidieremo perché ciò venga denunciato prontamente.

Intanto Nursing Up ha già inviato all’Aran le proposte del sindacato di categoria destinate alla Commissione paritetica. Considerato che agosto è alle porte, con il mese di settembre ci riserviamo di intraprendere tutte le iniziative di lotta per fare in modo che questa famigerata Commissione non si riduca a una scatola vuota, come molti vorrebbero, lasciando i professionisti sanitari nella vergognosa condizione contrattuale in cui si trovano.

Redazione Nurse Times

 

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