A medici, infermieri, amministrativi e tecnici coinvolti sono contestati a vario titolo i reati di truffa aggravata alla Asl, falso e peculato.
La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti delle 46 persone accusate di assenteismo all’ospedale San Giacomo di Monopoli (Bari). Dello scandalo in terra barese avevamo dato notizia il 18 luglio scorso, quando tredici persone, di cui sette primari, furono arrestate, mentre per altre venti scattò l’obbligo di dimora. Agli indagati, tra i quali figurano medici, infermieri, amministrativi e tecnici, sono contestati a vario titolo i reati di truffa aggravata alla Asl, falso e peculato.
Nelle settimane successive agli arresti tutte le misure cautelari furono revocate dal gip, ma per quasi tutti gli interessati sono ancora in corso i procedimenti disciplinari, con relativa sospensione dal servizio. Stando agli accertamenti dei carabinieri, sarebbero circa 660 le ore di servizio sottratte all’ospedale nel periodo compreso tra l’ottobre del 2018 e il gennaio del 2019. A documentare l’accaduto, le videoriprese di cinque telecamere, installate ai varchi di accesso della struttura sanitaria, i cui dati sono stati poi incrociati con la documentazione acquisita negli uffici della direzione amministrativa.
Sfruttando false registrazioni, cioè facendosi timbrare il cartellino da altri (colleghi, famigliari e conoscenti), i presunti assenteisti si sarebbero allontanati in più occasioni dal posto di lavoro per andare al bar, alle case al mare o per dedicarsi allo shopping. In caso di mancata registrazione si giustificavano adducendo “avaria della scheda, dimenticanza, smarrimento”. Tali condotte, descritte nei 116 capi d’imputazione contestati ai 46 indagati, avrebbero causato un danno economico alla Asl quantificato in 25mila euro.
Redazione Nurse Times
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