La Malattia di Haglund è uno stato patologico che interessa la giunzione inserzionale del Tendine di Achille e si presenta come una infiammazione calcaneare nota come apofisite del calcagno
È una malattia molto frequente e si presenta con sintomatologia dolorosa a causa del conflitto osseo tendineo che si instaura e che è possibile rilevare con radiografia calcaneare come formazione esostosica.
Obiettivamente si rileva una escrescenza nella regione indicata, e talvolta tale Morbo si rileva occasionalmente poiché a volte risulta asintomatico.
Spesso la Malattia di Haglund risulta invalidante per alcune categorie di sportivi come spriter o podisti.
Le cause del Morbo di Haglund sono da ricercare in microtraumi a livello dell’inserzione del Tendine di Achille sul calcagno riparate dai meccanismi fisiologici dedicati mediante apposizione di calcio, che ne determina la neoformazione esostosica.
Altre cause, ancor più frequenti, sono vizi posturali: in tal caso si ha una eccessiva tensione e conseguente stiramento, per accorciamento, della muscolatura viciniore. Anche un “eccessivo uso” del distretto anatomico in questione può generare una flogosi locale: in alcuni sport gli eccessivi microtraumi determinano meccanismi riparatori che apportano calcio .
La diagnosi è possibile eseguirla tramite Rx e/o ecografia calcaneare per ricercare una borsite, studiarla ed eventualmente valutarne il trattamento idoneo.
La sintomatologia dolorosa è possibile trattarla o con l’applicazione locale di ghiaccio o ppure mediante creme antinfiammatorie. Oppure metodi che alleggerirebbero il carico di lavoro sul calcagno diurante la locomozione, come ad esempio solette antishock .
Strategie di intervento più complesse e che richiedono impegno multiprofessionale sono Tecarterapia, il laser ad alta potenza, l’ipertermia e la terapia con onde d’urto.
Un eventuale programma riabilitativo può garantire un rinforzo muscolare, non solo del comparto posteriore ma anche cercando di riequilibrare tutta la muscolatura della gamba.
Inoltre potrebbe essere di aiuto un lavoro di allungamento dei muscoli del polpaccio, oltre che degli ischio crurali.
L’opzione chirurgica va adottata come ultima possibilità e dopo mesi di cure ininterrottesenza che vi siano state sostanziali modificazioni al problema.
Esiste la possibilità die seguire l’intervendo di rimozione dell’esostosi per via percutanea (mediante una guida radiografica), oppure per via artroscopica per favorire un recuoero più veloce e non cruentare eccessivamente il tendine di Achille.
CALABRESE Michele
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