L’Alta Corte Britannica ha accolto il ricorso dei genitori e autorizzato il trasferimento in Italia. Il dg del Gaslini: “Siamo pronti ad accoglierla”.
Tafida Raqeeb non deve morire. C’è ancora speranza per la bambina di cinque anni ricoverata dallo scorso febbraio al Royal London Hospital per una gravissima lesione cerebrale. Ora la piccola potrà essere curata all’ospedale Gaslini di Genova. Ieri l’Alta Corte Britannica ha accolto (a differenza di quanto avvenuto in casi analoghi come Alfìe Evans) il ricorso dei genitori contro la decisione dell’ospedale di staccare la ventilazione artificiale che tiene in vita la piccola.
«Un grande ringraziamento a tutti gli italiani per aver creduto nella campagna per Tafida – ha detto dopo la sentenza Shelina Begum, madre di Tafida –. Vorremmo che continuassero a sostenerla anche quando arriverà in Italia. In particolare ho un messaggio per il papa: chiedo che venga a trovarla quando sarà in Italia. Non sono ancora in contatto con lui, ma andrò da lui. Tafida non sta morendo, non soffre, è stabile e ha bisogno di tempo».
Una vicenda che inizia lo scorso 9 febbraio. La bimba lamenta un forte mal di testa e cade a terra. Gli esami evidenziano una malformazione congenita artero-venosa che le ha provocato una lesione cerebrale. Da allora Tafida è in coma, viene trasferita in due ospedali e sottoposta a un intervento chirurgico prima di arrivare al Royal London Hospital, dove gli specialisti decidono di sospendere le cure intensive: «È un caso molto triste. Ulteriori trattamenti invasivi sarebbero inutili». Ma i genitori non si arrendono e a metà giugno la madre di Tafida scrive una mail al Gaslini di Genova: “Sono disperata, voi siete un ospedale di eccellenza: accogliete mia figlia”.
Un gruppo di specialisti dell’istituto inizia a studiare il caso, poi una commissione speciale porta a termine la second opinion (un secondo parere), effettuando una valutazione congiunta con i medici del Royal Bart’s Hospital, dov’è ricoverata Tafida. Valutazione richiesta e consegnata all’Alta Corte Britannica, che ieri ha riacceso le speranze sul destino della piccola.
«Qui al Gaslini siamo pronti ad accogliere Tafida in qualunque momento – spiega Paolo Petralia, direttore generale dell’istituto –. La trasporteremo in totale sicurezza. Non è il primo caso che curiamo, ma la sentenza è molto significativa e ribadisce quello qui facciamo da anni. Bisogna prendersi cura della persona prima di iniziare le cure in senso sanitario. Il vero miracolo per un uomo di scienza è prendersi cura della vita, dare dignità a ogni istante di vita».
Difficile, per il momento, prevedere i tempi del possibile trasferimento a Genova. Prima bisognerà capire se l’ospedale londinese deciderà di fare appello. Una situazione che, secondo il legale della famiglia, l’avvocato Filippo Martini, segretario dell’associazione Giuristi Per la Vita, potrebbe chiarirsi nel giro di pochi giorni.
Redazione Nurse Times
Fonte: la Repubblica
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