Per accedere al finanziamento le Regioni dovranno predisporre i piani dei fabbisogni per l’utilizzo delle risorse.
“Il 28 gennaio è stato firmato il decreto attuativo per rendere concreto il finanziamento di 235 milioni di euro stanziati in manovra per dotare i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta del kit di diagnosi. Si tratta di una svolta importante per la sanità del territorio. Ora la palla passa alle Regioni. E credo che la sensibilità, già dimostrata col Patto per la Salute, ci sia. Sono sicuro che questo provvedimento farà bene al Paese”. Lo ha annunciato il ministro Roberto Speranza, intervenendo a una conferenza stampa della FIMMG al ministero della Salute.
Speranza ha anche ringraziato gli operatori sanitari per la disponibilità in materia di nuovo coronavirus: “La collaborazione mostrata da operatori sanitari, Ordini professionali, medici è un valore straordinario. Voglio esprimere, a nome mio e del Governo italiano, un sentitissimo ringraziamento per la disponibilità che subito è stata data da tutti. Se il Paese è unito in questo tipo di approccio, saremo sicuramente nelle condizioni di gestire al meglio la sfida che in questi giorni ci arriva dal coronavirus”.
Tornando al finanziamento per il kit diagnostico (comprensivo di ecografi, elettrocardiografi, spirometri e altra attrezzatura per la diagnostica di primo livello), il primo passo per le Regioni consiste nella stesura, entro 60 giorni dal via libera della Conferenza Stato-Regioni, di piani dei fabbisogni per l’utilizzo delle risorse assegnate (vedi la tabella di riparto nel testo allegato), da presentare poi al Ministero della Salute. Tali piani devono prevedere:
– l’elenco delle apparecchiature sanitarie per la diagnostica di primo livello che si intendono acquisire, comprensivo di descrizione della tecnologia, dei costi di acquisto e di installazione ai fini del collaudo, anche prevedendo l’utilizzo di strumenti di telemedicina e delle relative piattaforme, finalizzati alla second opinion, supportato da apposita relazione, utilizzata per la definizione delle specifiche tecniche e dell’impiego clinico dei dispositivi medici, quali parte integrante della documentazione di gara, realizzata da un gruppo di esperti nell’ambito del quale è garantita una rappresentanza di medici di medicina generale, di pediatri di libera scelta e di specialisti di settore;
– una relazione sulle modalità di impiego delle apparecchiature sanitarie e sull’assetto organizzativo che si intende adottare ai fini dell’erogazione delle prestazioni assistenziali, tenendo conto delle diverse forme organizzative in cui operano i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta e degli specifici Accordi in sede regionale nonché delle indicazioni dei Comitati regionali previsti dagli AA.CC.NN. della Medicina Generale e della Pediatria di libera scelta;
– i tempi di acquisizione e di messa in funzione e collaudo delle apparecchiature sanitarie;
– un piano di manutenzione, assistenza e aggiornamento, comprensivo anche delle modalità di fornitura e smaltimento dei consumabili necessari per il funzionamento dei dispositivi di proprietà delle aziende sanitarie che si intendono adottare sulle apparecchiature sanitarie;
– l’individuazione di specifici indicatori di processo e di risultato attraverso i quali le aziende sanitarie procedono a misurare l’attività svolta, secondo quanto previsto dagli AA.CC.NN. della Medicina Generale e della Pediatria di libera scelta.
Una volta approvato il piano, le
Regioni potranno presentare richiesta di accesso
al finanziamento e poi espletare le gare. Quindi, nell’ambito
degli accordi integrativi regionali, dovranno definire le attività assistenziali all’interno delle quali saranno utilizzati i
dispositivi medici di supporto, tenendo conto anche degli obiettivi prioritari
di politica sanitaria nazionale e privilegiando le “attività volte a garantire
la appropriata presa in carico delle persone affette da patologie croniche e da
fragilità e la pronta erogazione delle attività diagnostiche connesse ai piani
assistenziali, al fine di favorire lo sviluppo di un modello di prossimità
dell’assistenza idoneo a prevenire gli accessi impropri al Pronto soccorso e a
contribuire al contrasto delle liste di attesa”.
Inoltre le Regioni provvederanno, anche all’interno dei piani
di formazione, a individuare specifici obiettivi
formativi per medici di famiglia e pediatri, finalizzati all’utilizzo delle
apparecchiature. Per snellire l’iter burocratico è previsto che, laddove
i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta già contribuiscano
o vogliano contribuire con propri dispositivi al raggiungimento degli obiettivi
assistenziali individuati dagli accordi integrativi, le Regioni possano
orientare le risorse del decreto per “un’implementazione tecnologica a maggiore
intensità assistenziale”.
Redazione Nurse Times
ALLEGATO: Testo del decreto
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